2016-03-11 13:33:00

Misure Bce: tasso zero per riavviare l'economia europea


Negli ambienti economici si discute sulle nuove straordinarie misure dalla Banca Centrale Europea, annunciate ieri dal governatore Mario Draghi con l’obiettivo di rilanciare l'economia. L'azzeramento dei tassi di interesse e l'ampliamento del Quantative Easing, cioè la creazione di moneta, si propongono di dare un forte impulso alla ripresa, incentivando investimenti, acquisto di titoli di Stato e finanziamento. Giancarlo La Vella ha raccolto il commento dell’economista Angelo Baglioni, docente all’Università Cattolica di Milano: 

R. – Per le banche sicuramente c’è una misura importante, che è quella di un nuovo round di operazioni di prestiti mirati, con tassi che potrebbero diventare addirittura negativi. Molte banche si sono lamentate del fatto che i soldi che depositano presso la Bce hanno ormai una remunerazione negativa: cioè le banche pagano per tenere soldi presso la Bce. Adesso questo potrebbe essere compensato dal fatto che le banche potranno prendere a prestito soldi dalla Bce a tassi che potrebbero addirittura diventare negativi. E questo potrebbe essere, oltre che un vantaggio per le banche, anche uno stimolo poi a prestare questi soldi all’economia, alle imprese, alle famiglie. Quindi aumentare in qualche modo l’offerta di credito. Per le famiglie poi presumibilmente si assisterà a un’ulteriore discesa dei tassi sui mutui ipotecari.

D. – Ci sarà però anche un calo del rendimento del denaro depositato nelle banche?

R. – I conti correnti – insomma i depositi – ormai rendono pressoché zero, già adesso. Naturalmente ci sarà un ulteriore calo dei rendimenti di alcuni titoli, come i titoli di Stato. D’altra parte, bisogna anche tener conto che siamo in una condizione di quasi deflazione, per cui questo compensa un po’ il fatto che i tassi nominali siano ormai allo zero.

D. – Far circolare di più il denaro – questo l’obiettivo delle misure di Draghi – poi sarà effettivamente un’azione positiva per l’economia europea?

R. – La direzione è sicuramente positiva. Il problema casomai è che le banche possono avere tantissimi soldi da offrire alle imprese; però, se l’attività di investimento continua a stagnare, sono le imprese poi che non chiedono prestiti. Quindi sicuramente, anche gli altri devono fare la loro parte: le imprese dovrebbero ricominciare a investire. E poi, finché la politica fiscale rimane sostanzialmente restrittiva, questo rappresenta un ulteriore problema. 








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