2016-03-11 07:34:00

Siria: lunedì ancora colloqui, in Iraq allarme diga Mosul


In attesa dei colloqui di pace che dovrebbero riprendere a Ginevra lunedì, proseguono le violenze in Siria, soprattutto nelle città di Homs, Aleppo e Hama, dove ieri sono stati uccisi 70 miliziani di al-Nusra. Intanto il Pentagono ha confermato di aver colpito siti di armi chimiche del sedicente Stato islamico in Iraq. Il servizio di Roberta Barbi:

Si continua a morire in Siria, dove il numero degli sfollati interni, secondo le Ong presenti sul territorio, ha raggiunto ormai i 6 milioni e mezzo di persone, mentre sono quasi tre i milioni di rifugiati che hanno scelto di trovare scampo in Turchia. Una situazione, quella siriana, ancora lungi dall’essere risolta: lunedì dovrebbero riprendere i colloqui di pace, il 13 aprile sono convocate le elezioni parlamentari che saranno boicottate dal Comitato di coordinamento delle forze del cambiamento democratico, l’opposizione interna tollerata da Damasco. E mentre il presidente Usa Obama chiede ad Arabia Saudita e Iran di trovare l’accordo per una “pace fredda” che possa sciogliere alcuni nodi nell’area come, appunto, quello del conflitto in Siria, il suo vice Biden sarà oggi ad Amman per discuterne con il re giordano Abdallah. Nel frattempo gli investigatori tedeschi hanno confermato l’autenticità della lista dei 22 mila nomi di arruolati dall’Is - che contiene anche 122 aspiranti kamikaze - mentre il Pentagono conferma di aver colpito, in Iraq, siti jihadisti che ospitavano armi chimiche. E a proposito di Iraq, c’è un nuovo allarme sul rischio cedimento della diga di Mosul, la roccaforte del Califfato nel Nord del Paese, che potrebbe causare un’onda di 14 metri in grado di travolgere un milione e mezzo di abitanti: la questione è al centro di una riunione dell’Onu che sta studiando il da farsi.    








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