La comunità internazionale deve “riaffermare il diritto alla libertà religiosa e condannare ogni tipo di discriminazione ed intolleranza per motivi religiosi in ogni angolo della terra”: questo il forte appello lanciato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, intervenuto stamani, a Roma, ad un incontro di formazione missionaria. Incentrato sul tema “La nostra Chiesa è Chiesa dei martiri”, l’evento è stato promosso ed organizzato dal Centro diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese.
Aumentano le discriminazioni. Serve azione concertata
tra gli Stati
Nel suo discorso, il presule ha espresso preoccupazione
per l’attuale contesto in cui si registra “un crescendo esponenziale di casi di intolleranza,
discriminazione, estremismo, fondamentalismo, rischi per le libertà individuali, soprattutto
per quanto concerne la libertà religiosa e di espressione”, cui si aggiungono “gli
attacchi e le minacce continue del terrorismo di varia matrice”. Si tratta di sfide
che richiedono “un’azione energica e concertata tra gli Stati – ha detto mons. Gallagher
– per salvaguardare i diritti umani, l’intero sistema democratico dei singoli Paesi
e la sicurezza internazionale”.
Leggi su blasfemia e traffico illecito di armi
causano fondamentalismo
Poi, l’arcivescovo si è soffermato sui fattori che
sono all’origine degli estremismi e fondamentalismi religiosi, come ad esempio la
promulgazioni di leggi sulla blasfemia, “facile pretesto” per perseguire chi professa
un credo diverso da quello della maggioranza; i regimi autoritari o totalitari che
limitano la libertà religiosa; la “piaga del traffico illecito di armamenti, la produzione
e la vendita di armi da parte di soggetti di diritto internazionale” che prolungano
i conflitti; la “continua destabilizzazione del Medio Oriente” che ha “aggravato le
violenze” contro le minoranze religiose, comprese quelle cristiane, costrette “ad
abbandonare le proprie case per fuggire dagli orrori della guerra e dalle persecuzioni”.
Garantire ai cristiani pieni diritti e pari dignità
Si tratta di “un esodo forzato”, ha ribadito mons.
Gallagher, ricordando che tale dramma colpisce anche altri Paesi, come la Libia e
la Nigeria, provocando “un’emorragia inarrestabile”. Al contrario, i cristiani “come
cittadini di pari dignità, dovrebbero avere assicurate tutte le condizioni per permanere
nelle loro terre di origine o di farvi ritorno”, con la garanzia del “pieno diritto
di partecipare alla vita pubblica del Paese”. E neanche l’Occidente viene risparmiato,
ha aggiunto il presule, perché in questa parte del mondo “le forme di discriminazione
spesso appaiono sotto la parvenza della cosiddetta difesa dei valori democratici”.
Libertà religiosa va promossa, non limitata
Ricordando, quindi, che i cristiani sono il gruppo
religioso che presenta “il numero più elevato di vittime”, mons. Gallagher ha affermato,
con rammarico, che tale questione “non è stata presa in seria considerazione” e che
“solo di recente” la comunità internazionale ha iniziato a riflettere ed a prendere
posizione sulla questione. La Santa Sede, invece, “ha sempre sostenuto l’importanza
del rispetto della libertà religiosa, che va promossa e non limitata”. Infatti, “sulla
base di questa libertà, intesa come diritto fondamentale – ha spiegato mons. Gallagher
- si possono creare spazi di dialogo più ampi”, favorendo “le condizioni necessarie
per costruire società più inclusive e stabili”, perché “la religione è parte dell’identità
di un Paese e lo Stato deve preoccuparsi di mantenere e rispettare questa identità”.
Sradicare povertà, combattere ignoranza, promuovere
dialogo
Ma allora come estirpare radicalismi e fondamentalismi?
Intervenendo sulle “radici che li hanno generati”, ha detto mons. Gallagher, tra cui
“l’ingiustizia, la disuguaglianza sociale e la povertà” che “costituiscono l’alveo
ideale nel quale possono sorgere e attecchire visioni e prassi fondamentaliste”. Non
solo: è importante anche “combattere l’ignoranza”, onde evitare “derive estremiste”.
Ed in questo campo, la Santa Sede è “fortemente impegnata”, soprattutto attraverso
la promozione del dialogo interreligioso che favorisce “la mutua comprensione, il
rispetto e la collaborazione fra i cattolici” ed i non cattolici. Senza dimenticare
le numerose attività che la Chiesa cattolica porta avanti in tutto il mondo, nel campo
educativo e sanitario, a beneficio di tutti, “senza alcuna distinzione e nel pieno
rispetto delle diversità di ciascuno”.
Tutelare pace e diritti fondamentali di ogni
persona umana
Infine, mons. Gallagher ha lanciato un appello ad
“unire gli sforzi per una maggiore cooperazione e solidarietà a favore delle popolazioni
colpite dalle guerre e per tutti coloro che subiscono ogni genere di oppressione a
causa del loro credo religioso”, così da contribuire a “ridurre l’emergenza umanitaria”,
“tutelare la pace e garantire il rispetto della dignità di ogni persona umana e dei
suoi diritti fondamentali”. (A cura di Isabella Piro)
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