2016-03-15 14:04:00

Pedopornografia cresce nel mondo. Meter: "Chi tace è colpevole"


Bambini abusati, torturati, ridotti a schiavitù sessuale e poi trafficati su web: il crimine della pedofilia e della pedopornografia cresce e continua a produrre profitti. Lo denuncia il Report 2015 dell’Associazione "Meter" di don Fortunato Di Noto, presentato oggi nella sede della nostra emittente. Oltre un milione le foto e i video segnalati l'anno scorso, esplodono i social e l’Europa si conferma la "patria" dei pedofili. Il servizio di Gabriella Ceraso:

"Ci batteremo in sede Onu perché abusare dei bambini venga riconosciuto crimine contro l’umanità: le cifre lo giustificano. Sono il risultato solo del nostro lavoro di ricerca e segnalazione, ma sconcertano", dice Don Fortunato di Noto. Cinquantasei le chat monitorate, non era mai successo in 27 anni, raddoppiate in un anno le foto, oltre un milione, che sommate ai video, 76 mila, significano circa 700 mila minori coinvolti. E la cosa raccapricciante è che si parte dai neonati che a malapena possono piangere e ribellarsi nei confronti di chi li usa e li abusa, per arrivare fino a bambini di 13 anni. Una” infantofilia”, per don Fortunato Di Noto, su cui non si può tacere:

“Pedofilia è intesa come una nuova forma di schiavitù. Abbiamo tantissimi bambini schiavi, anche neonati, che vengono violati in maniera aberrante, quasi indescrivibile. Allora, se questo non è un fenomeno criminale allora credo che dobbiamo tutti tirarci indietro”.

E non vedere - perché pubblicare le foto di minori è reato - non può giustificare, aggiunge don Fortunato, il sottovalutare il fenomeno o l'essere indifferenti:

“Non c’è un’attenzione globale: c’è un’indifferenza che ci sta rendendo complici e l’informazione non dà il giusto spazio a questo fenomeno. Basterebbe soltanto una foto di un neonato: cosa si solleverebbe? Se per il dramma di Aylan, il bimbo siriano, si è sollevato il mondo, tutti i capi di Stato del mondo sono intervenuti, di fronte a una violenza del genere quali tipi di capo di Stato devono intervenire? I bambini hanno bisogno che qualcuno dia loro una voce”.

Il fatturato e le dimensioni dell'attività pedopornografica, criminale quanto quella mafiosa, crescono nel 2015: i siti segnalati passano da settemila a novemila, esplodono i Social network, da 180 a 3.000 in un anno, così gli archivi "cloud" e il "Deep web", faccia oscura di Internet preferita dai pedofili perché incontrollabile, sui cui ora il lavoro di "Meter" si è spostato. Ma cresce anche la tutela dei centri di ascolto e le consulenze telefoniche di "Meter": al primo posto la Sicilia seguita dal Lazio. Si tratta di incontri reali e percorsi di accompagnamento che hanno riguardato 75 minori nel 2015, 1.300 in 13 anni.

Fondamentale la rete di segnalazioni instaurata da "Meter" con le polizie postali di tutto il mondo, anche se da molti Paesi spesso non c’è risposta, come dall'Oceania, dall'Argentina e dagli Stati Uniti. Sul non invidiabile podio della produzione e scambio di materiale pedopornografico, il primato è tenuto ancora, secondo i dati di "Meter", dall'Europa, a quota 2.600, seguita dall' Oceania a 1.000, e dall' Africa – con Mauritius e Libia in testa – a 555. "New entry" insieme all’Africa, anche l’Argentina. Ancora don Fortunato Di Noto:

“L’Europa attualmente risulta in testa: è strano che da una parte vi sia l’impegno del contrasto, dall’altra parte la diffusione costante e continua di soggetti che non solo divulgano e diffondono, ma anche lucrano su questa foto, su questi video, ma anche alcuni – molti – producono”.

Altrettanto indedita è la frontiera della "cultura pedofila", contro cui "Meter" si batte, quella cioè che giustifica gli abusi con proclami e affermazioni pseudoscientifiche:

“A noi basta che i bambini vengano aiutati a non cadere in queste trappole, trappole che non sono soltanto emotive. Ma stiamo attenti a non arrivare alla deriva, che è la deriva del 'colonismo' pedofilo, cioè a dire la giustificazione che è possibile che questo fenomeno possa essere giustificato e naturalizzato. E questo non dovrebbe mai accadere, perché se accade anche questo veramente c’è un problema molto serio nella nostra società”.








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