2016-03-16 13:37:00

Corea del Nord: 15 anni di lavori forzati per cittadino Usa


In Corea del Nord le autorità hanno condannato a 15 anni di lavori forzati uno studente americano ventunenne, che è stato riconosciuto colpevole di “atti ostili” contro lo Stato. A gennaio scorso i media locali avevano annunciato la notizia dell’arresto, precisando che il ragazzo è entrato nel Paese in veste di turista con lo scopo di condurre attività criminali con la connivenza tacita degli Stati Uniti. Eugenio Bonanata ne ha parlato con la professoressa Rossella Ideo, coreanista e studiosa di storia politica e diplomatica dell’Asia orientale:

R. – E’ una notizia che non stupisce, perché non è la prima volta che viene arrestato un cittadino americano con speciose accuse e soprattutto poi in questo momento: teniamo presente che c’è stata la condanna delle Nazioni Unite, con il Consiglio di sicurezza dell’Onu che ha inasprito tutte le sanzioni che sono state date alla Corea del Nord in questi anni, da quanto cioè ha cominciato con i suoi test nucleari e con i test missilistici. E poi c’è anche il fatto che in questo momento si stanno verificando le più vaste esercitazioni militari congiunte fra gli Stati Uniti e la Corea del Sud. Diciamo che è stato scelto un momento particolarmente teso nella penisola coreana…

D. – Possiamo dire che l’episodio si inserisce nella propaganda nordcoreana?

R. – Questo è sicuro! I nordcoreani tendono a far vedere ai propri cittadini che hanno la capacità di resistere alla più grande potenza mondiale, che ha messo sul tappeto i più sofisticati mezzi di offesa in queste esercitazioni militari con la Corea del Sud. Quindi, in un certo senso, dà una giustificazione a quella che è la sua politica, il suo rilievo internazionale.

D. – Cosa si conosce del rispetto dei diritti umani in Corea del Nord, visto che è un Paese chiuso?

R. – Si sa, da anni, che il rispetto dei diritti umani in Corea del Nord è assolutamente inesistente! C’è un arbitrio totale – direi – del regime nei confronti dei propri cittadini, che - attraverso un sistema capillare di controllo - possono finire in carcere senza neanche sapere perché, anche perché non esistono dei tribunali, delle sentenze che spieghino e permettano anche una difesa dei cittadini.

D. – In questi giorni, in sede Onu si è parlato della possibilità di accusare formalmente i vertici nordcoreani di crimini contro l’umanità. Qual'è il valore di questa presa di posizione?

R. – Sappiamo bene dall’esito della Commissione Kirby di due anni fa, che è una Commissione indipendente dell’Onu per i diritti umani, che ha rilasciato delle dichiarazioni e addirittura dei consigli e delle raccomandazioni, che esistono campi di lavoro, testimoniati ampiamente dalle analisi satellitari: campi di lavoro che si sono sempre più ingrossati, in cui cittadini, che vengono buttati – appunto – in carcere senza possibilità di difesa, vengono trattati a livello di schiavi e quindi senza alcun diritto; la Commissione Kyrbi – come dicevo - ha consigliato addirittura che venga istituito un tribunale ad hoc della Corte Penale Internazionale per incriminare per crimini contro l’umanità Kim Jong-un e chi gli sta intorno. Quindi è un fatto ormai assodato come per i cittadini nordcoreani non sia possibile difendersi in alcun modo da questo tipo di regime.








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