A vent’anni dalla fine di uno degli assedi più lunghi della storia moderna (aprile 1992-febbraio 1996), la Pasqua a Sarajevo è nel segno della misericordia. La speranza di tutti - riferisce l'agenzia Sir - è che la Pasqua possa segnare una nuovo passaggio, una nuova Resurrezione, da un Paese diviso a uno riconciliato. Intanto continuano le celebrazioni del triduo pasquale per i circa 460mila cattolici di Bosnia-Erzegovina.
Fulcro delle celebrazioni la cattedrale di Sarajevo
La cattedrale dedicata al Sacro Cuore, nel centro storico della capitale, Sarajevo
(14mila persone di fede cattolica), è il fulcro delle celebrazioni iniziate nel pomeriggio
di ieri col il rito della Lavanda dei piedi a dodici fedeli. Per tutta la giornata
di oggi, inoltre, si svolgerà l’adorazione eucaristica. Particolare attenzione verrà
data alla Confessione con sacerdoti disponibili ad accogliere i fedeli che si vogliano
accostare al sacramento. Alle 18 è prevista la celebrazione della Passione del Signore
presieduta dal card. Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo e presidente della Conferenza
episcopale bosniaca.
Aperta la Porta santa della cattedrale, presa di mira dai cecchini durante
la guerra
Nella giornata di domani continueranno adorazione e confessioni mentre alle 21 è fissata
la Veglia pasquale. Il giorno di Pasqua la Messa principale – alle 10.30 – sarà presieduta
sempre da Puljić e trasmessa in diretta dalla televisione di Bosnia-Erzegovina. Dal
13 dicembre scorso l’ingresso della cattedrale principale di Sarajevo è diventata
Porta Santa della Misericordia. Una Porta che al tempo della guerra era chiusa perché
bersaglio dei cecchini. (R.P.)
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