2016-03-26 12:41:00

Canada. Vescovi: errore chiudere Ufficio per libertà la religiosa


La Conferenza episcopale canadese esprime grande disappunto per la decisione del governo di chiudere l’Ufficio per la libertà religiosa. L’Amministrazione Trudeau ha infatti respinto il 24 marzo la richiesta presentata in parlamento dal Partito conservatore di prolungare il mandato dell’Ufficio, istituito nel 2013 presso il Ministero degli esteri dal precedente governo di Stephen Harper e la cui scadenza è prevista il 31 marzo 2016. Il motivo – come ha spiegato la responsabile del medesimo dicastero, Stéphane Dion – è che il nuovo esecutivo intende rivedere la sua azione per promuovere in modo più incisivo la libertà religiosa nel mondo.

Una decisione “deplorevole”
I vescovi canadesi definiscono la decisione “deplorevole”. “L’Ufficio – affermano in una nota – inviava un segnale importante alla comunità internazionale e ai canadesi  sulla singolare rilevanza della libertà religiosa e sulla vergognosa assenza di voci disposte a difenderla nella nostra società. La libertà di religione e di coscienza – sottolineano – ha un posto centrale tra i diritti della persona. Essa è più che un diritto dell’individuo di credere e pregare, perché riguarda anche l’identità di una comunità credente e la sua interazione con la società”.

Tante le persecuzioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose
La nota ricorda le tante vessazioni e violenze subite dalle minoranze religiose nel mondo e in particolare la situazione dei cristiani in Medio Oriente, dove sono presenti da duemila anni:  “Questa minoranza condivide l’insicurezza e le tensioni economiche, politiche e sociali che sono parte della crudele realtà della regione oggi ed è minacciata anche da forze estremiste implicate nel conflitto. Una vulnerabilità – denunciano i vescovi – non riconosciuta o sottovalutata dai governi occidentali”.








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