2016-03-26 15:22:00

Folklore pasquale a Firenze con lo "Scoppio del Carro"


A Firenze, tra le varie tradizioni folkloristiche della Pasqua c'è il tradizionale "Scoppio del Carro": una processione nella quale un carro trainato da buoi trasporta un razzo che viene fatto scoppiare al termine della Messa pasquale. L’Assessore Tradizioni popolari Comune di Firenze, Andrea Vannucci, ha spiegato a Maria Laura Serpico cosa significhi questa cerimonia:

 
R. – Come tutte le feste tradizionali, è una festa anche che segna un auspicio sulla stagione, sull’anno che verrà. Nello specifico, una volta che il carro arriva in piazza del Duomo, si posiziona tra Duomo e Battistero e dall’altar maggiore parte la cosiddetta “colombina”, che fondamentalmente è un piccolo razzo che dall’altar maggiore su un cavo in tensione arriva fino allo scoppio del carro e innesca i fuochi d’artificio che sono sul carro. Dopo quello scoppio, la colombina fa il percorso inverso per tornare all’altar maggiore. Qualora la colombina non riuscisse nell’impresa di tornare all’altar maggiore, quindi di fare il percorso inverso, questo sarebbe un cattivo presagio per il raccolto dell’anno successivo...

D. – Cosa vuole rievocare questo evento?

R. – Rievoca il ritorno dalle Crociate con le pietre focaie, con l’accoglienza che fu riservata a coloro che fecero ritorno dalla battaglia per la liberazione del Santo Sepolcro; ma allo stesso tempo, oltre alla rievocazione storica che viene rappresentata dal Corteo storico della Repubblica fiorentina, segna anche l’inizio di un periodo particolare per la vita della città di Firenze, che è il periodo di avvicinamento al Torneo di San Giovanni, meglio conosciuto come “Torneo del Calcio storico” in cui i quattro colori si affrontano sul Sabbione di Santa Croce per la supremazia cittadina, la conquista della vitella e del palio che viene assegnato al vincitore. Perché segna l’inizio? Perché in occasione, appunto, dello scoppio del carro in Piazza del Duomo viene fatto il sorteggio e vengono abbinati i quattro quartieri – che sono appunto i “Bianchi” di Santo Spirito, gli “Azzurri” di Santa Croce, i “Rossi” di Santa Maria Novella e i “Verdi” di San Giovanni – alle semifinali, che quest’anno si svolgeranno il 12 e il 13 giugno, e poi le due vincenti si contenderanno, appunto, la vitella il 24 giugno, in occasione del Santo Patrono.

D. – Come si caratterizza l’organizzazione di questa edizione?

R. – E’ un’organizzazione consolidata: consolidata nel tempo … evidentemente, nel corso degli anni ci sono state delle piccole migliorie tecniche rispetto agli inneschi, ma sostanzialmente è rimasta immutata. Lo stesso carro, il “brindellone”, ogni anno viene sottoposto a una manutenzione perché evidentemente trattandosi di una struttura prevalentemente in legno, subisce un po’ di colpi dovuti alle esplosioni dei fuochi d’artificio, e quindi ogni anno viene rimesso in sesto. L’organizzazione poi prevede un grande coinvolgimento del corteo attraverso il direttore che schiera il corteo a ranghi praticamente completi: forse è l’uscita che vede il corteo con il contingente maggiore, insieme alle partite di calcio di giugno; e poi c’è una grande organizzazione dal punto di vista anche logistico della città, perché è un corteo che si snoda dal Prato, zona Leopolda, per arrivare fino in Piazza del Duomo attraversando tutta la città. Quindi, evidentemente questo comporta un notevole sforzo organizzativo logistico con tante persone, tanti volontari coinvolti, oltre evidentemente alle forze dell’ordine e alla polizia municipale.








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