2016-04-05 14:00:00

Appello Caritas Svizzera per i rifugiati: no a fili spinati


La Caritas Svizzera lancia un nuovo pressante appello alla Confederazione elvetica a fare di più a favore dei rifugiati siriani e punta il dito contro la politica delle chiusure delle frontiere.

Politici incapaci di rispondere a una situazione catastrofica
“Le persone che fuggono cercano soltanto di sopravvivere e non sono le frontiere, i fili spinati, il mare o l’irrigidimento delle leggi sull’asilo a fermarlo”, afferma una nota ripresa dall’agenzia Apic, in cui si denuncia l’incapacità dei leader politici di fare un’analisi pragmatica e concreta della crisi che permetterebbe di trovare soluzioni a una situazione definita “catastrofica”.  “Contrariamente a quanto sostengono alcuni – si legge – nessuno chiede né all’Europa, né alla Svizzera di accogliere tutti i richiedenti asilo siriani”. In realtà l’80% della popolazione siriana, che conta 23 milioni di abitanti, è rimasta nel Paese, anche se è in fuga. Circa 5 milioni hanno trovato rifugio nei Paesi vicini, ossia in Turchia, Libano, Giordania e Iraq. “A confronto - si osserva - i circa 1,5 milioni fuggiti verso l’Europa non rappresentano che un piccolo 0,2% della popolazione europea che conta 650 milioni di persone!”

Gli aiuti della Svizzera insufficienti
La nota richiama quindi la comunità internazionale alla necessità di garantire la creazione di spazi umanitari in Siria sotto la protezione dell’Onu e punta il dito sulle “responsabilità delle potenze regionali e della grandi potenze impegnate nel conflitto che rifiutano di mettersi d’accordo”.   Quanto alla Svizzera -  si rileva – il suo contributo su questo fronte è di appena 50milioni di franchi all’anno, la metà della cifra necessaria. In questa prospettiva, secondo l’organizzazione caritativa cattolica sono “del tutto irrealistici” i tagli proposti in Parlamento agli aiuti per la cooperazione e lo sviluppo. 

No alla chiusura delle frontiere e al respingimento dei rifugiati
Da parte sua, la Caritas Svizzera ha finora stanziato 18 milioni di franchi svizzeri per il suoi programmi di aiuto in Siria, Iraq, Giordania e Libano, ai quali vanno aggiunti 2,8 milioni per la rotta dei Balcani, in particolare alla Grecia. Cifre ottenute in gran parte grazie alla generosità  di donatori privati svizzeri che “dimostrano al mondo politico cosa è la solidarietà”. Di qui, in conclusione, il reiterato appello affinché la Confederazione elvetica accolga i rifugiati e rifiuti “categoricamente” di impiegare l’esercito per respingerli alle frontiere. (L.Z.)








All the contents on this site are copyrighted ©.