Prevenire la violenza in nome della religione e promuovere il dialogo interreligioso tra i giovani in Medio Oriente attraverso i social media. Con questo obiettivo Kaiciid, il Centro internazionale per il dialogo interreligioso e culturale Kaiciid “Re Abdullah Bin Abdulaziz”, fondato nel 2012 con il contributo della Santa Sede, organizza un ciclo di cinque corsi di formazione rivolti specificamente giovani leader religiosi della regione.
Contrastare la propaganda degli estremisti religiosi sui social media
Il primo seminario di tre giorni, è iniziato domenica scorsa ad Amman, in Giordania,
con la partecipazione di 300 giovani provenienti dal Libano, Palestina, Siria e Giordania,
tra i quali anche esponenti della società civile impegnati nel dialogo interreligioso.
I partecipanti alle sessioni saranno incoraggiati a promuovere le loro iniziative
e campagne sui social network nelle proprie comunità e presso le istituzioni. L’idea
alla base dell’iniziativa è di contrastare la propaganda degli estremisti religiosi
che usano le nuove piattaforme sociali per disinformare, diffondere pregiudizi e reclutare
nuovi affilati. In Medio Oriente, infatti, otto persone su dieci usano i social media
che sono un potente strumento di formazione delle opinioni. “La nostra esperienza
- spiega Fahad Abualnasr, direttore generale del Kaiciid - ci dice che i giovani
non vogliono sentire prediche da figure di autorità. Per questo stiamo cercando di
coinvolgere giovani donne e uomini già attivi nei social media e interessati a promuovere
la pace e la convivenza. Vogliamo dare ad essi i mezzi per raggiungere i loro coetanei
perché possano incoraggiare un dibattito onesto sulla convivenza e la coesione sociale”.
Uniti contro la violenza in nome della religione
La nuova iniziativa del Kaiciid si iscrive nell’ambito della mobilitazione lanciata
a Vienna il 19 novembre 2014 dalla conferenza “Uniti contro la violenza in nome della
religione” in cui i leader religiosi del Medio Oriente hanno indicato nell’adozione
del dialogo lo “strumento principale e più potente per risolvere conflitti e disaccordi”
e si sono impegnati a sostenere “iniziative e istituzioni che considerano il dialogo
il metodo migliore per costruire la pace, la coesistenza e per promuovere una cittadinanza
comune”. I prossimi quattro corsi si terranno al Cairo (Egitto), a Erbil (Iraq), a
Tunisi e a Dubai (Emirati Arabi Uniti) (L.Z.)
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