“Questo è il primo accordo di pace di questo tipo raggiunto in uno dei 28 Stati del Sud Sudan” ha sottolineato mons. Barani Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio, nel suo discorso alla cerimonia della firma dell’accordo di pace tra il governo di Juba e il South Sudan National Liberation Movement (Ssnlm), un gruppo ribelle locale operante nello Stato del Western Equatoria. Il conflitto tra l’esercito sud sudanese e il gruppo ribelle - riporta l'agenzia Fides - era esploso nel maggio 2015.
La Chiesa in prima linea per far raggiungere l'accordo
Mons. Kussala, è a capo dell’Inter-Faith Council for Peace in Western Equatoria State,
organismo inter-religioso che si è speso incessantemente per raggiungere l’accordo
firmato il 2 aprile, sulla base delle intese preliminari firmate il 16 novembre 2015.
Anche questo Accordo Preliminare di Pace era stato raggiunto grazie al lavoro dell’organismo
presieduto da mons. Kussala.
Il compito di ricostruire dopo la distruzione causata dalla guerra
Dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento dell’accordo
di pace, il vescovo di Tombura-Yambio, non nasconde che “ora viene l’arduo compito
di ricostruire ciò che è stato distrutto, le relazioni, la fragile economia, le infrastrutture
sociali e politiche dei nostri Stati e dell’intero Paese”, sottolineando il ruolo
non solo degli aiuti materiali ma anche di quelli spirituali per riconciliare gli
animi.
Le speranze per la pace in tutto il Sud Sudan
Mons. Kussala ha poi ricordato che l’accordo di pace nel Western Equatorian va inquadrato
nel più ampio sforzo di riportare la pace in tutto il Sud Sudan, dopo la guerra civile
che ha opposto il Presidente Selva Kiir e l’attuale Primo Vice Presidente Riek Machar.
A questo proposito un importante passo in avanti per l’attuazione dell’accordo di
pace comprensivo per il Sud Sudan è l’arrivo nella capitale, Juba, di 800 uomini fedeli
a Machar, che dovranno garantirne la sicurezza. (L.M.)
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