“Un genocidio non è un evento isolato. È un processo che richiede tempo e preparazione. La storia ha dimostrato che nessuna parte del mondo ne è immune. Uno dei segnali di allarme è la diffusione della retorica dell’odio nella dimensione pubblica e nei media contro specifiche comunità”. Cosi il Segretario generale delle Nazioni unite, il sudcoreano Ban Ki-moon, nel messaggio per la Giornata internazionale di riflessione sul genocidio in Rwanda.
La riconciliazione è possibile anche dopo una simile tragedia
“Nel 1994, oltre 800mila persone vennero sistematicamente uccise in tutto il Rwanda.
Si trattava per la gran parte di Tutsi, ma tra le vittime vi furono anche Hutu moderati,
Twa e altri. Oggi ricordiamo tutti coloro che morirono nel genocidio, e rinnoviamo
la nostra determinazione affinché simili atrocità non si ripetano più, in nessuna
parte del mondo”. “Tutti dovremmo farci ispirare dal coraggio dei sopravvissuti –
spiega il Segretario generale Onu – nel dimostrare che la riconciliazione è possibile
anche dopo una simile tragedia”.
Tema dell'odierna Giornata: Combattere l'ideologia del genocidio
”Commemorare le vittime del genocidio in Rwanda significa – continua Ban Ki-moon –
lavorare per la giustizia e per l’assunzione di responsabilità. Il modo migliore di
garantire che il genocidio e altre oltraggiose violazioni dei diritti umani e del
diritto internazionale non si ripetano più è riconoscere la nostra comune responsabilità
e il nostro impegno a intraprendere azioni collettive a tutela di quanti siano esposti
ai rischi”. “Quest’anno, il tema della ricorrenza – conclude il Segretario dell'Onu
– è ‘Combattere l’ideologia del genocidio’. E’ fondamentale che governi, sistemi giudiziari
e società civile si oppongano con fermezza alla retorica dell’odio e a coloro che
fomentano divisione e violenza. Dobbiamo promuovere inclusione, dialogo e stato di
diritto per creare società pacifiche e giuste”. (R.P.)
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