2016-04-08 12:37:00

Papa e Bartolomeo a Lesbo. Metropolita Zervos: solidali con i profughi


Fervono i preparativi sull’isola greca di Lesbo dove il prossimo 16 aprile si recherà il Papa che - insieme al Patriarca Bartolomeo e al Primate della Chiesa ortodossa greca Hieronymus II - incontrerà i profughi che fuggono soprattutto dalle violenze in Medio Oriente. Massimiliano Menichetti ha intervistato il metropolita ortodosso Gennadios Zervos, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli in Italia e Malta:

R. - È un’occasione straordinaria, felice, cristiana, e umana, per dimostrare l’amore verso ogni uomo che è icona di Dio. La presenza del Papa e del Patriarca Bartolomeo in Grecia, invitati da Sua Beatitudine il Primate di Grecia Hieronimus, è veramente un avvenimento storico, perché non è mai successo prima. Possiamo quindi dire: “Grazie a Dio” e aspettare pieni di speranza e di gioia questo avvenimento.

D. – Un segno di un cammino concreto verso l’unità, anche nei confronti dei più bisognosi...

R. – È veramente un grande peccato contro Dio vedere tante persone che vivono in questa tragica situazione. Sono nostri fratelli e non dobbiamo lasciare che rimangano in queste difficoltà. Dobbiamo invece, tutti uniti in un solo corpo e in una sola anima, salvarli. Preghiamo continuamente: preghiamo per la missione di Papa Francesco e preghiamo per il nostro Patriarca ecumenico Bartolomeo. Essi ci mostrano cosa, noi fedeli, dobbiamo fare. Tracciano una strada, una luce verso questi nostri fratelli che soffrono e hanno bisogno del nostro aiuto e del nostro amore.

D. – La parola di questo viaggio, declinata in tante valenze e significati, sembra essere “incontro”…

R. – Credo che questo sia un incontro veramente umano, pastorale, spirituale, ecclesiastico, che aiuta molto i cristiani a capire dove andare e chi seguire. Perché molti politici e tanti altri parlano di chi ha le colpe, ma non fanno niente per i nostri fratelli, che sono la presenza di Dio che soffre. Invece l’impegno deve essere quello di aiutare i profughi. E’ un nostro dovere e tutti dobbiamo essere sensibilizzati a questo affinché si fermi questo momento tragico per l’umanità.

D. – Quindi agire…

R. – Non dobbiamo soltanto parlare, rimanere in questa confusione, in questo caos, dobbiamo agire. Quando parliamo soltanto e non siamo “operai” di questo amore di Dio, che vuole che siamo vicini a questi uomini che soffrono, il risultato è il nulla.  

D. – Lei ha detto: “Grande è la gioia per questa presenza sull’isola” il prossimo 16 aprile…

R. – Il Patriarca Bartolomeo e Papa Francesco sono la nostra gioia. Come la Madonna per la nostra umanità ha detto “sì” all’arcangelo Gabriele, nell’Annunciazione, allo stesso modo anche loro hanno detto: “Sì, dobbiamo venire qui, perché dobbiamo sensibilizzare tutti, per far capire che è un grande peccato discutere solamente e non agire per questi nostri fratelli che soffrono e che hanno bisogno del nostro aiuto per vivere”.








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