2016-04-08 14:03:00

Amoris Laetitia, dono per le famiglie nel segno della misericordia


L’Esortazione post-sinodale sulla famiglia, Amoris Laetitia, è stata presentata in Sala Stampa vaticana, gremita di giornalisti di tutto il mondo. Sono intervenuti il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, e i coniugi Francesco e Giuseppina Miano, che hanno preso parte ad entrambi i Sinodi sulla famiglia voluti dal Pontefice. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Uno “sguardo positivo” e “originale” sulla bellezza dell’amore coniugale e sulla famiglia. Il cardinale Lorenzo Baldisseri ha tratteggiato così il valore di Amoris Laetitia, sottolineando subito come sia, particolarmente significativo, che questo documento venga pubblicato nell’ambito del Giubileo della Misericordia.

Baldisseri: Amoris Laetitia mostra tutta la bellezza della famiglia
L’Anno Santo, ha detto il porporato, “è davvero una buona notizia per le famiglie di ogni continente, specialmente per quelle ferite e umiliate”: 

“Il titolo Amoris Laetitia è in piena continuità con l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium: dalla gioia del Vangelo alla gioia dell’amore nella famiglia. Il cammino sinodale ha presentato la bellezza della famiglia parlando dell’amore: esso costituisce il fondamento dell’istituto familiare, perché Dio è amore tra Persone, è Trinità e non solitudine”.

Amoris Laetitia, ha tenuto a precisare, approfondisce dunque “il Vangelo del matrimonio e della famiglia”. Dall’Esortazione, ha ammonito, non bisogna aspettarsi una “nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi”. Piuttosto, Amoris Laetitia “offre concreti orientamenti pastorali che, nella continuità, acquistano un valore e una dinamica nuova”.

Schönborn: leggendo l’Esortazione, nessuno si sente condannato
Dal canto suo il cardinale  Christoph Schönborn ha innanzitutto rilevato che in questo documento ritroviamo “il linguaggio e lo stile” di Francesco, le sue sono “parole che scaldano il cuore”. Non bisogna lasciarsi “spaventare” dalla sua lunghezza, ha ripreso l’arcivescovo di Vienna, nella convinzione che leggendo Amoris Laetitia si troverà “gioia nella concretezza e nel realismo” del testo. “Integrazione”, ha detto il cardinale austriaco, è la parola guida dell’Esortazione. Con questo documento viene superata “l’artificiosa, esteriore, netta divisione fra regolare e irregolare”. Ed ha annotato che il Papa è “riuscito a parlare di tutte le situazioni senza catalogare”, senza “categorizzare” perché lo sguardo di Gesù “non esclude nessuno”:

“Nessuno deve sentirsi condannato, nessuno disprezzato. In questo clima dell’accoglienza, il discorso della visione cristiana di matrimonio e famiglia diventa invito, incoraggiamento, gioia dell’amore al quale possiamo credere e che non esclude nessuno, veramente e sinceramente nessuno”.

Coniugi Miano: in Amoris Laetitia si coglie la famiglia in cammino
La lettura di Amoris Laetitia, hanno affermato da parte loro i coniugi Miano, è stata “un momento di grande commozione e di profonda gioia”. E la gioia è stato il sentimento che hanno condiviso, “per un testo magisteriale che nel parlare della famiglia riconduce all’essenziale, a quello che più conta; e lo fa con un linguaggio diretto, semplice, per tutti”. Dunque, non un “testo per addetti ai lavori”, ma “per addetti alla vita”. Quindi, hanno messo l’accento sulla dimensione del cammino, fondamentale per capire il Sinodo ma pure la famiglia. La riflessione di Giuseppina Miano:

“La categoria del cammino è fondamentale per capire il senso della vita della famiglia che traspare da queste pagine. Che la vita della famiglia sia un cammino viene ripetuto con chiarezza; un cammino in cui non bisogna stancarsi di guardare avanti, di avere grandi orizzonti, non bisogna smettere di sognare, e di cui imparare a gustare ed apprezzare ogni passo senza temere il divenire, le trasformazioni che il cammino porta con sé, avendo piuttosto il senso dell’imperfezione e della crescita”.

I coniugi Miano hanno quindi evidenziato quanto il Papa richieda alle famiglie di credere nella cultura dell’incontro, a non chiudersi “nell’individualismo del piccolo nido” ma ad avere un cuore grande che sappia ritrovare “il gusto di relazioni autentiche”.

Schönborn: non c’è rottura, ma sviluppo organico della dottrina
Dal canto suo, il cardinale Schönborn – rispondendo alle domande dei giornalisti – ha ammonito a non concentrare l’attenzione esclusivamente sulla questione, pur importante, dell’accesso ai Sacramenti per i divorziati risposati. Si è però soffermato su quanto affermava Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio:

“San Giovanni Paolo parla di tre situazioni diverse. La terza è il caso nel quale i risposati hanno moralmente la convinzione che il loro primo matrimonio non sia valido. Non ha tirato la conclusione su questo fatto, ma io penso che ci siano delle situazioni in cui non sia possibile trovare una soluzione canonica, ma in cui – nella certezza morale che questo primo matrimonio non sia sacramentale e con la coscienza della quale parla Papa Giovanni Paolo e cioè che sono convinti che non siano sposati sacramentalmente - ammetterli ai Sacramenti era già una prassi da lungo tempo e che né Papa Giovanni Paolo, né Papa Benedetto hanno esplicitamente messo in dubbio”.

Dunque, ha affermato il porporato, non c’è rottura tra Amoris Laetitia e il magistero dei Pontefici precedenti sulla famiglia. Non c’è cambiamento, ha ripreso, ma innovazione, sviluppo organico della dottrina: un’innovazione nella continuità. Al tempo stesso, è stato il suo suggerimento, bisognerebbe "ridiscutere" la prassi dei Sacramenti, non solo per i divorziati risposati ma in generale.








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