La costruzione del Muro di separazione nella zona di Cremisan, all’inizio di questo mese di aprile 2016, è entrata nella fase operativa. Nell'area squadre di operai con scavatrici, gru e bulldozer sono all'opera per erigere, uno dopo l'altro, i pannelli di cemento alti otto metri, nella terra di una valle dove un tempo erano saldamente piantati alberi di ulivo secolari.
Delusione e condanna del Patriarcato latino di Gerusalemme
Il Patriarcato latino di Gerusalemme, in un comunicato diffuso attraverso i suoi canali
ufficiali, ha ribadito delusione e condanna per l'operazione condotta da parte delle
forze israeliane. “La costruzione di un Muro di separazione e l’ingiusta confisca
delle terre appartenenti alle famiglie cristiane di Beit Jala” si legge nel comunicato,
“sono una violenta offesa contro il processo di pace”.
No al Muro anche da Corte dell'Aja, Onu e Corte Suprema israeliana
Nel comunicato patriarcale si ricorda che già il 9 luglio 2004 la Corte Internazionale
di giustizia dell'Aja aveva definito come illegale la costruzione del Muro e ne aveva
chiesto lo smantellamento. Dello stesso parere era stata anche l’Assemblea generale
delle Nazioni Unite. Nell'aprile 2015 anche la Corte Suprema israeliana aveva riconosciuto
che la barriera non ha alcuna giustificazione in ordine alla sicurezza di Israele.
(G.V.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |