2016-04-12 13:01:00

Mons. Jurkovič: fermare corsa armamenti, no a equilibrio del terrore


Spezzare il circolo vizioso della corsa agli armamenti sempre più avanzati tecnologicamente. E’ il monito di mons. Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, nel suo intervento all’incontro sulle armi letali autonome, tenutosi ieri alle Nazioni Unite. Il presule ha messo l’accento sulla prevenzione come via per evitare il diffondersi di armi sempre più distruttive. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La Santa Sede auspica “un’azione collettiva per fermare lo sviluppo e l’utilizzo di armi letali autonome”. E’ quanto affermato da mons. Ivan Jurkovič alla sede Onu di Ginevra. Un intervento nel quale il presule ha avvertito che “quando una reazione arriva tardi”, come nel caso delle armi chimiche o nucleari, “il costo in vite umane diventa enorme”.

Armi tecnologiche non servono contro terrorismo
L’Osservatore vaticano presso l’Onu di Ginevra ha, quindi, sottolineato che l’uso di queste armi ipertecnologiche, non guidate dall’uomo, “non ci protegge dagli attacchi e dal terrorismo di ogni genere, perpetrato da persone che usano metodi rudimentali, ma sono pronte a sacrificare la propria vita”. L’equilibro del terrore nucleare, ha soggiunto, ha mostrato i suoi i limiti e “con la ricerca e lo sviluppo delle armi letali autonome, siamo ancora in una logica che non porta frutti”.

La pace si difende con la fiducia tra i popoli, non con le armi
Mons. Jurkovič ha inoltre ammonito che investire in queste armi “non contribuisce alla difesa della pace”, ma rappresenta un “progressivo incitamento alla guerra”. “Se vogliamo la pace – ha detto il diplomatico vaticano – dobbiamo non solo evitare di accumulare armi, ma dobbiamo anche convertire le menti”. La pace, ha ripreso, deve nascere dalla mutua fiducia tra i popoli e le nazioni, non dal terrore delle armi. La vera guerra da vincere, ha concluso, è quella per la giustizia, i diritti umani, il rispetto delle minoranze e lo sviluppo integrale.








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