2016-04-13 12:00:00

Dai vescovi francesi misure contro la pedofilia nella Chiesa


Di fronte agli scandali che hanno coinvolto la diocesi di Lione e il cardinale Philippe Barbarin, i vescovi francesi rispondono compatti e decisi presentando ieri a Parigi alla stampa, una serie di iniziative per lottare, prevenire e fare luce sui casi di pedofilia nella Chiesa.  Ce ne parla Roberto Piermarini:

Tra le misure prese, l’istituzione in ogni diocesi e provincia ecclesiastica di “cellule” locali di sorveglianza; la realizzazione di un sito internet rivolto espressamente all’accoglienza delle vittime che permetterà appunto di mettere le persone coinvolte in contatto con le “cellule” presenti sul territorio; l’apertura di un indirizzo mail – paroledevictimes@cef.fr – aperto a chiunque voglia fare una denuncia o chiedere informazioni. Le misure – annunciate ieri alla stampa dal presidente dei vescovi francesi mons. Georges Pontier – seguono la linea indicata dai vescovi all’assemblea plenaria di Lourdes del mese scorso: dare priorità alle vittime, assicurando loro mezzi e strumenti per essere “accolte, ascoltate e accompagnate”. I vescovi francesi hanno deciso anche di istituire una “Commissione nazionale indipendente” che sarà attiva a partire dai mesi estivi di quest’anno, sarà presieduta da una personalità laica qualificata e composta da magistrati, psicologi, familiari delle vittime. Spetterà alla Commissione consigliare i vescovi nella valutazione dei preti che hanno commesso atti reprensibili. Proseguirà invece il suo lavoro la “Cellula permanente di lotta contro la pedofilia”, istituita presso la presidenza della Conferenza episcopale: sarà suo compito proseguire il lavoro di prevenzione e lotta alla pedofilia, formare i diversi attori pastorali, accompagnare, coordinare e consigliare le cellule locali nonché interloquire con le associazioni delle vittime.

Ma qual è il messaggio che la Chiesa vuole dare con queste nuove misure? Hélène Destombes lo ha chiesto a mons. Olivier Ribadeau-Dumas, portavoce della Conferenza episcopale francese:

R. – Le premier message c’est que nous voulons entendre – et nous entendons – la souffrance des victimes…
Il primo messaggio è che vogliamo ascoltare – e ascoltiamo – la sofferenza delle vittime. Le vittime sono al centro della preoccupazione dei vescovi in questo campo; noi comprendiamo che la sofferenza delle vittime non ha una data di scadenza: può durare molto a lungo e ci sono casi di vecchia data ma che continuano a causare sofferenza. Noi prendiamo in considerazione questo. Il Consiglio permanente dei vescovi continua l’opera che era stata iniziata oltre 15 anni fa per lottare con determinazione contro la pedofilia in seno alla Chiesa. Il Consiglio permanente l’ha fatto con umiltà di fronte alle diverse situazioni e di fronte all’atteggiamento di alcuni preti del nostro Paese, ma la Chiesa l’ha fatto anche con una forte determinazione rispondendo in questo modo e ripetendo l’appello di Papa Francesco per una “tolleranza zero”. Vogliamo realmente ascoltare le vittime, proteggere le persone – i giovani e i bambini – e impedire che tali azioni possano ripetersi.

D. – I nuovi provvedimenti parlano chiaro dell’urgenza di intensificare questo lavoro …

R. – Ce qui est sûr c’est que ce qui a lieu et ce qui se déroule dans notre Pays depuis maintenant …
Quello che è certo è che quello che sta accadendo nel nostro Paese da ormai due mesi provoca e ci provoca a una reazione che in un certo senso è sicuramente una reazione salutare: significa che ci rendiamo conto di avere fatto, sì, un gran lavoro ma che c’è ancora molta strada da fare; e noi siamo determinati a percorrere questa strada.

D. – Quando si parla di pedofilia, non c’è prescrizione morale che tenga: i vescovi francesi l’hanno ribadito con forza. Ma la Chiesa di Francia non dovrebbe andare ancora oltre e fare pressione perché non vi sia più nemmeno prescrizione in ambito civile?

R. – La question de la prescription juridique est tout à fait autre: je ne pense pas que ce soit à l’Eglise de France …
La questione della prescrizione giuridica va oltre: non credo che sia di competenza della Chiesa di Francia assumere questa posizione. E’ compito dei parlamentari decidere se vi siano o meno i presupposti per modificare le condizioni di una prescrizione giuridica. Quello che è certo è che per quanto ci riguarda, rispetto alla prescrizione giuridica, non siamo padroni di decidere se essa sia stata applicata o meno per i casi che ci sono stati sottoposti e che riguardano i vescovi e i preti di cui i vescovi sono responsabili; la seconda cosa è che comunque la prescrizione giuridica non è tutto: infatti, noi sappiamo che la sofferenza può durare ben oltre la prescrizione giuridica.

D. – Siete stati accompagnati dall’ascolto e dalla consultazione di alcune vittime nelle riflessioni che hanno preceduto l’annuncio di questi nuovi provvedimenti?

R. – Les évêques, ces derniers temps, des membres du Conseil permanent, ces derniers temps …
In questi ultimi tempi sia i vescovi sia i membri del Consiglio permanente hanno ricevuto le vittime e le famiglie delle vittime ed è ovviamente anche grazie all’ascolto delle loro esperienze che noi abbiamo potuto mettere a punto i diversi provvedimenti che abbiamo stabilito. Certamente l’ascolto delle vittime in queste ultime settimane da parte di un certo numero di vescovi e di membri del Consiglio permanente ci ha permesso di prendere queste misure.








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