La diocesi di Faisalabad, nella provincia pakistana del Punjab, spera di riaprire presto il dispensario medico St. Dominic di Khushpur, dove venivano visitati dodicimila pazienti al mese, la maggior parte dei quali abitanti poveri dei villaggi vicini, sia cristiani che musulmani. L’ospedale è stato chiuso lo scorso agosto per mancanza di fondi e necessita di lavori di manutenzione.
Iniziative per la riapertura della clinica
"Ho chiesto alla Caritas del Pakistan — ha raccontato all'agenzia AsiaNews mons. Joseph
Arshad, vescovo di Faisalabad — di fornire assistenza finanziaria per la riapertura
della clinica, che era una grande fonte di compassione. L’anno della misericordia
è un’opportunità unica per visitare i bisognosi e coloro che necessitano della nostra
attenzione. Attraverso le omelie, stiamo cercando di risvegliare la passione per la
misericordia e il perdono". L’iniziativa della diocesi risponde all’invito di Papa
Francesco che, durante la veglia di preghiera della Divina Misericordia, ha suggerito
a tutte le diocesi del mondo di fondare un’opera di misericordia.
La chiusura del dispensario ha creato molti problemi agli abitanti
Lasciare “un ricordo vivente” del giubileo è anche l’obiettivo della Chiesa cattolica
di Faisalabad. In base a quanto riporta il sito della diocesi, in Punjab i cattolici
gestiscono due ospedali e sei dispensari. Nell’elenco è ancora presente anche il St.
Dominic Dispensary, la clinica in questione, che invece è stata chiusa lo scorso agosto. Le
suore, che gestivano il dispensario, hanno sottolineato che la chiusura della struttura
ha provocato diversi problemi agli abitanti. «Noi — ha dichiarato suor Regina Youhanna,
priora del convento domenicano di Khushpur — offrivamo medicine gratuite per curare
malanni di stagione, l’igiene personale e le gestanti. La clinica era un esempio vivente
di armonia interreligiosa, perché accoglieva sia cristiani che musulmani. Ora i malati
devono recarsi in altre città".
La Chiesa spera che la clinica venga presto riaperta
Khushpur è un piccolo villaggio di 5.345 abitanti, ed è uno tra gli insediamenti
cattolici più antichi del Pakistan, dove è nato Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico
per le minoranze ucciso dai terroristi nel 2011. Dal villaggio provengono centinaia
di sacerdoti, suore, catechisti e lavoratori impegnati nel sociale. "Adesso - ha concluso
la priora - siamo costretti a mandare in un’altra città una delle nostre suore, un’infermeria
specializzata. Il tetto del dispensario deve essere riparato, ma siamo fiduciosi che
il Signore ci aiuterà a far rivivere al più presto la clinica". (L.Z.)
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