2016-04-14 15:19:00

Nei Paesi ricchi crescono le disuguaglianze tra i bambini


Le disuguaglianze sociali ed economiche aumentano tra i bambini dei Paesi a reddito alto, in una tendenza generale che va peggiorando a causa della crisi. E’ quanto emerge dal rapporto Unicef “Report Card 13 – Equità per i bambini”, che ha analizzato la situazione dei minori in 41 Paesi dell’Ue e dell’Ocse. Nello studio, presentato a Roma, l’Italia è al 32.mo posto in una classifica che vede in testa la Danimarca. Il servizio di Michele Raviart:

Dall’inizio della crisi economica i bambini più poveri d’Italia, Grecia, Spagna e Portogallo hanno peggiorato le loro condizioni di vita, mentre tra i Paesi con le disuguaglianze di reddito maggiori ci sono anche nazioni ricche come Stati Uniti e Giappone. D’altra parte migliorano in generale i livelli di alfabetizzazione e diminuisce l’alimentazione scorretta tra i giovani. Questi alcuni dei dati del rapporto Unicef, cha analizza il divario tra i bambini che si trovano nella fascia di reddito più bassa e quelli nella fascia media per quanto riguarda reddito, istruzione, salute e soddisfazione nei confronti della vita. In una classifica guidata da Danimarca, Finlandia e Norvegia, l’Italia è 32.ma, davanti a Bulgaria, Turchia ed Israele, ultima tra i Paesi per le differenze economiche tra minori. Giacomo Guerrera, presidente Unicef Italia:

“La prima cosa che c’è da fare, per quanto riguarda la riduzione della povertà in Italia, è anzitutto aiutare le famiglie. Non dobbiamo trascurare il fatto che un bambino è povero se nasce nel Sud d'Italia, se è monoparentale, se i propri genitori non hanno una istruzione adeguata, se è un bambino handicappato. Ci sono una serie di condizioni che determinano la povertà e se non interveniamo su questi fattori, la povertà del bambino è destinata ad aumentare e non certamente a diminuire”.

Il 27% dei bambini in Italia vivono in famiglie che non possono permettersi più di tre beni essenziali (tra cui alloggio, riscaldamento, un pasto proteico al giorno ed elettrodomestici). Sufficiente è il livello di istruzione e di benessere percepito, mentre il 30% degli adolescenti italiani riferisce di soffrire quotidianamente di un disturbo alla salute. Enrico Costa, ministro per gli Affari Regionali con delega alla Famiglia:

“Quando ci sono dei giovani, quando ci sono dei bambini che partono con basi così diverse, io penso che sia necessario non soltanto studiare i numeri, ma cercare di imporre dei provvedimenti che consentano di colmare questo squilibrio. E’ fondamentale che le famiglie siano messe in condizioni anche di invertire questa tendenza che c’è alla denatalità. Oggi abbiamo tante famiglie, infatti, che non mettono al mondo bambini, essendoci una situazione di crisi. Ecco, ci possono essere certamente delle misure che possono colmare questa situazione di squilibrio, questa situazione di deficit”.

In questo senso il governo si è impegnato ad investire un miliardo per combattere la povertà, mentre è in programma un testo unico per riordinare tutte le norme sulla famiglia sparse nei vari atti di legge.

 

 

 








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