Un’economia che guardi solo al profitto finisce per danneggiare l’umanità e distruggere la Casa Comune. E’ uno dei concetti chiave espressi dall’economista americano Jeffrey Sachs, che stamani è intervenuto alla Casina Pio IV in Vaticano, alla Conferenza per il 25.mo della Centesimus Annus di Giovanni Paolo II, promossa dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Intervistato da Alessandro Gisotti, il prof. Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Insitute alla Columbia University, si sofferma sul ruolo della Dottrina Sociale della Chiesa e sull’imminente visita di Papa Francesco all’isola di Lesbo:
R. – The Church has always emphasized, especially since Rerum Novarum
in 1891, that the market …
La Chiesa sottolinea da sempre, e in modo particolare dalla pubblicazione della Rerum
Novarum nel 1891, che l’economia di mercato, quel tipo di sistema economico nel
quale viviamo, deve essere gestito all’interno di un quadro morale. Se l’unica spinta
è semplicemente il profitto economico, finiremo nell’ineguaglianza di massa, nell’esclusione
sociale, nella corruzione e nel degrado ambientale. Il 1991, l’anno in cui Giovanni
Paolo II ha pubblicato la Centesimus Annus, è stato proprio il periodo del
cambiamento rivoluzionario nell’Europa orientale con il passaggio dal comunismo all’economia
di mercato. E Giovanni Paolo II disse molto chiaramente: “Sì all’economia di mercato,
ma questa deve avere una cornice morale perché altrimenti i lavoratori saranno sfruttati,
l’ambiente sarà sfruttato, ci saranno guerre e violenza”. Purtroppo, il suo messaggio
non è stato ascoltato nella maniera corretta e così, 25 anni dopo, molte delle cose
delle quali la Chiesa discuteva, si sono verificate. Ora con la straordinaria e poderosa
Enciclica Laudato si’ di Francesco, questo messaggio diventa ancora più urgente
per la nostra epoca.
D. – Dal 1991, dalla pubblicazione della Centesimus Annus, molte cose sono cambiate. Papa Francesco oggi è riconosciuto come leader morale a livello mondiale, non solo dalla Chiesa cattolica. Visto che lei ha menzionato la Laudato si’, lei pensa che la sua “leadership” avrà sempre più seguito da parte dei leader politici, proprio su questi argomenti, cioè l’esclusione sociale, i cambiamenti climatici e così via?
R. – Pope Francis played a pivotal role in reaching two great agreements last
year: the sustainable …
Papa Francesco ha svolto un ruolo centrale l’anno scorso, ottenendo due grandi accordi:
gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile, che furono adottati dai governi del mondo
il settembre 25, e poi gli Accordi sul clima di Parigi, il 12 dicembre. Il Papa non
è intervenuto direttamente nei negoziati, ma il suo appello ad una visione morale
contenuto nella Laudato si’, nella quale chiede un piano comune per la nostra
Casa Comune è risuonato in tutto il mondo. Ora abbiamo un quadro di base, ma è molto
molo fragile perché sono soltanto parole che però devono essere trasformate in azioni.
E la leadership morale del Papa è indispensabile perché in questo senso si possa avere
successo.
D. – Papa Francesco andrà a Lesbo per far visita e incontrare i rifugiati. Da americano, quale significato attribuisce a questa visita e alla continua sottolineatura dell’importanza di accogliere i profughi da parte dell’Europa?
R. – Well, I think the Pope’s message is a message of humanity and decency. As
an American, my …
Penso che il messaggio del Papa sia un messaggio di umanità e di dignità. In quanto
americano, il mio messaggio è rivolto agli Stati Uniti, all’Arabia Saudita, alla Turchia
e altri Stati affinché fermino la guerra in Siria: infatti, i profughi arrivano a
causa della guerra! La guerra è una guerra che molti definiscono una “guerra per procura”,
perché molte potenze esterne sono intervenute in Siria a tutela delle loro ragioni
geopolitiche. La mia convinzione è che la crisi dei rifugiati possa essere risolta
ponendo fine alla guerra in Siria.
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