2016-04-19 08:08:00

Siria: colloquio Obama-Putin sul cessate il fuoco e aiuti umanitari


L’impegno per il cessate il fuoco e il processo di pace in Siria al centro del colloquio telefonico di ieri sera tra il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il Presidente russo, Vladmir Putin. Intanto la maggiore coalizione dell'opposizione siriana ha chiesto una pausa nei negoziati in corso a Ginevra, accusando il governo di continuare a bombardare. Il servizio di Marco Guerra:

Dalla Casa Bianca definiscono “inteso” il colloquio sulla Siria tra Omaba e Putin. I due Presidenti hanno confermato la loro intenzione di operare per il rafforzamento del cessate il fuoco e garantire il libero accesso di aiuti umanitari nel Paese. Putin ha inoltre sottolineato l'importanza di chiudere quanto prima le frontiere tra Siria e Turchia, "da dove continuano a infiltrarsi guerriglieri e rifornimenti per gli estremisti". Putin e Obama hanno infine convenuto sulla necessità di mantenere contatti costanti sulla crisi siriana. I colloqui di pace a Ginevra proseguono però a singhiozzo. Il maggior raggruppamento delle forze di opposizione chiede una sospensione dei negoziati finché non finiranno le violazioni del cessate il fuoco da parte del regime, che è accusato di bombardare le aree assediate.  Ma l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, ha detto che le trattative continueranno e che verrà "fatto un punto della situazione venerdì". Intanto, secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani, insorti siriani sono passati al contrattacco nel nord e nel centro del Paese contro postazioni lealiste sostenute da Iran e Russia. Ed è di  quattro siriani morti, tra cui tre bambini, il bilancio dell'attacco a colpi di mortaio compiuto da zone controllate dall'Is nel nord della Siria verso la provincia sudorientale turca di Kilis, dove vivono oltre 100mila rifugiati siriani. Infine, Medici Senza Frontiere lancia l’allarme per altri 100mila profughi attualmente bloccati nel nord della Siria al confine con la Turchia. Siriani che scappano dalle zone dove imperversano i combattimenti ma che non possono andare in Turchia perché il confine continua a restare chiuso.

 

 

 

 

 








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