A Gerusalemme, i lavori al Santo Sepolcro per il restauro della tomba di Cristo cominceranno dopo le celebrazioni della Pasqua ortodossa, che quest’anno ricorre il 1° maggio. Saranno continuamente documentati da uno staff di circa trenta professori della National Technical University di Atene e di esperti di parte cattolica e di parte armena. Il restauro di conservazione, si ricorda infatti, partirà grazie all’accordo raggiunto tra le Chiese greco-ortodossa, cattolica (rappresentata dai francescani) e armena, le tre principali confessioni cui è affidata la custodia della basilica della Resurrezione tra quelle che vi coesistono. Ai finanziamenti delle tre confessioni cristiane si aggiungeranno quelli del Governo greco, del Fondo Mondiale per la conservazione dei monumenti (World Monuments Fund, WMF), di benefattori privati e del re di Giordania Abdallah II, nella sua veste di Custode dei luoghi santi di Gerusalemme Est.
Gli interventi di restauro alla Tomba di Gesù sui danni del tempo
Si interverrà, spiega il portale della Custodia di Terra Santa, smontando l’edicola
del Santo Sepolcro per ricostruirla identica. Saranno sostituite soltanto le parti
troppo fragili o rovinate, le lastre di marmo, in buono stato di conservazione, saranno
ripulite mentre la struttura che le supporta verrà consolidata. Durante il cantiere,
il Luogo Santo sarà comunque accessibile al culto e alla devozione dei fedeli. L’avanzato
stato di degrado della tomba di Gesù, situata al centro della rotonda del Santo Sepolcro,
è frutto di diversi fattori tra i quali difetti strutturali dell’edificio, datati
dall’epoca della costruzione, e l’imponente frequentazione di pellegrini e turisti.
La causa principale della torsione dei blocchi di marmo è provocata dall’alterazione
delle malte a sua volta dovuta all’umidità crescente prodotta dalla condensa del respiro
dei visitatori. L’uso delle candele, consumate per ore a pochi centimetri dall’edicola
che custodisce il luogo della deposizione del Crocifisso, ha poi provocato forti pressioni
termiche sul marmo e i fumi hanno dato vita ad un accumulo di depositi neri e oleosi,
che hanno alterato il marmo e creato le condizioni di reazioni fisico-chimiche che
hanno accelerato l’ossidazione e il deterioramento delle superfici architettoniche.
Le ultime impalcature del 1947
Il luogo di sepoltura e risurrezione di Cristo è inalterato dal 1947, quando d’autorità,
i britannici puntellarono l’edicola con travi d’acciaio per avviare un restauro che
non ha mai avuto luogo. Costruita nel 1809-1810, dopo il grande incendio del 1808
che aveva danneggiato l’intero insieme dell’edificio, l’edicola attuale – di stile
barocco ottomano –, ha mostrato segni di fragilità dopo qualche decennio. Fino al
1868, inoltre, la cupola della rotonda la proteggeva soltanto parzialmente dalle intemperie,
poiché sulla sommità c’era un oculus a cielo aperto. Essendo la Palestina sotto il
Mandato Britannico, gli ingegneri del Dipartimento dei Lavori Pubblici (Department
of Public Works DPW) impiegarono due mesi per ottenere dalle Autorità religiose il
permesso di ispezionare i luoghi. Il sondaggio effettuato sulla tomba evidenziò che
la struttura incorporava i resti di un precedente edificio. Ma i responsabili delle
Chiese non seppero trovare un accordo soddisfacente per il recupero. Hanno poi contribuito
al degrado le intemperie, nuove scosse sismiche, soprattutto nel 1934. I Greci, i
Francescani (per conto dei Latini) e gli Armeni hanno provveduto a sporadici lavori
qui e là, ma non nella tomba.
La storia dell’edicola che custodisce il luogo della sepoltura di Cristo
Il sepolcro di Cristo fu scavato nel fianco di una collina, in una cava di pietre
dismessa. Il Giardino della Resurrezione e la tomba furono sepolti intorno al 135,
sotto il Tempio eretto dall’imperatore Adriano. Intorno al 324, l’imperatore Costantino
domandò al vescovo Macario di Gerusalemme di ritrovare la tomba di Cristo e costruire
al suo posto una basilica. Da qui la prima chiesa del Santo Sepolcro. Si scavò attorno
alla camera funeraria, dove aveva riposato il corpo di Gesù, per liberare uno spazio
e la rocca originaria fu coperta di marmo con decorazioni costantiniane, quindi fu
eretta la prima edicola. Parzialmente danneggiata dai persi nel 614 e nuovamente saccheggiata
e distrutta a mazzate nel 1009 su ordine d’Al-Hakim bi-Amr Allah, fu sostituita con
un’altra edicola di fattura romana verso il 1014. A causa di intemperie, incendi,
saccheggi, nel 1555 venne realizzato un edificio molto simile al precedente, ma di
stile gotico. Lo volle il Custode di Terra Santa Bonifacio di Ragusa. Dopo l’incendio
del 1808 si giunge all’attuale edicola. (A cura di Tiziana Campisi)
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