La soluzione del conflitto Mapuche nella regione dell’Araucanía insieme alle altre emergenze legate soprattutto alla tratta delle persone, al narcotraffico e all’emarginazione: sono queste le principali sfide che sono chiamati ad affrontare i religiosi e le religiose del Cile. È quanto evidenziato nella dichiarazione finale della 48.ma assemblea nazionale della Conferenza delle religiose e dei religiosi del Cile (Conferre) che ha riunito nei giorni scorsi a Padre Hurtado, vicino alla capitale, i superiori e le superiori maggiori delle principali congregazioni religiose del Paese con l’obiettivo di verificare e aggiornare il piano globale per gli anni 2015-2018.
Rispondere a situazioni che gridano al cielo
“In un sistema che proclama che la salvezza sta nel potere, nella ricchezza, nel monopolio
del sapere — afferma il documento citato dall’Osservatore Romano — ci sono situazioni
che gridano al cielo. La realtà ci sfida ed è fondamentale per noi: il traffico di
esseri umani, il conflitto nell’Araucanía, le relazioni disumanizzanti, la situazione
dei migranti, i giovani in situazioni vulnerabili, il traffico di droga, la violenza
dovrebbero indicare la nostra tabella di marcia, anche se a volte sperimentiamo una
certa impotenza e smarrimento”.
Promuovere la cultura dell’incontro nello spirito dell’Anno della Misericordia
L’assemblea si è svolta nel clima particolare dell’Anno della Misericordia, assumendo
come immagine chiave l’icona evangelica della Visitazione di Maria ad Elisabetta:
“Accettiamo la sfida di promuovere la cultura dell’incontro partendo dalla Parola
del Vangelo, che è esperienza ed evento, in chiave di misericordia - si legge nella
dichiarazione - . Siamo pronti a vivere l’inter-congregazionalità nella comunione
missionaria, dove la vita grida dinanzi alla situazione dell’Araucanía, al traffico
di esseri umani, dei migranti. Noi, come Maria nel Magnificat, vogliamo riflettere
la nostra convinzione che la salvezza viene da Dio e sta operando, che la sua azione
è nascosta nei poveri, ma è efficace e porta gioia”.
I religiosi uniti alle preoccupazioni dei vescovi per il conflitto Mapuche
Dopo i vescovi, dunque, anche i religiosi e le religiose cileni esprimono preoccupazione
per l’escalation di violenze che da mesi si registra nell’Araucanía, la regione centro-meridionale
del Cile che conta una presenza significativa di indigeni Mapuche. Violenza che ha
già provocato alcune vittime e attentati incendiari che spesso prendono di mira chiese
e altri luoghi di culto. Il cosiddetto “conflitto Mapuche” contrappone da una ventina
di anni il più grande e importante gruppo etnico del Paese. (L.Z.)
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