2016-04-21 13:26:00

In calo del 34,5% le pensioni nel primo trimestre 2016


Nel primo trimestre del 2016 le nuove pensioni liquidate sono state 95.381 con un calo del 34,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Lo rende noto l’Inps. Crollano gli assegni sociali per gli anziani privi di reddito e con redditi bassi: il dato si attesta a -42,4%. Intanto il tema della flessibilità in uscita e l’allarme giovani lanciato dal presidente dell’istituto di previdenza Boeri resta al centro del dibattito politico. Paolo Ondarza:

Cala il numero delle nuove pensioni: - 34,5% in un anno. Tra i motivi c’è l’aumento dei requisiti di età dovuto all’'incremento di 4 mesi della speranza di vita registrato dall'Istat. Inoltre per le donne è previsto un aumento dell’età pensionabile: +18 mesi per le lavoratici dipendenti e un anno per quelle autonome. Solo due giorni fa l’allarme del presidente Inps Boeri: la generazione del 1980 potrebbe andare in pensione non prima dei 75 anni. Paolo Ferri, direttore del Patronato Acli:

"Credo che questi dati dimostrino due cose: uno, come il mercato del lavoro stia diventando sempre più rigido e di conseguenza come i giovani trovino difficoltà ad entrare in un mercato del lavoro bloccato; due, una mancanza di flessibilità dovuta dalla riforma Fornero che ha spostato in avanti i requisiti per il pensionamento. La flessibilità è sicuramente una problematica che credo vada affrontata proprio nel prossimo futuro, sia per consentire alle nuove generazioni di entrare nel mercato del lavoro, sia per non affondare quei diritti acquisiti che i lavoratori dopo tanti anni rivendicano in maniera giusta e corretta".

All’ottimismo del ministro dell’Economia Padoan, secondo il quale esisterebbero i margini per migliorare sia le opportunità per chi deve andare in pensione sia per chi deve entrare nel mondo del lavoro, fa eco lo scetticismo dei sindacati. Da parte sua l’ex ministro Fornero boccia l’ipotesi di un pensionamento anticipato, perché - spiega - aumenterebbe solo il debito pubblico. Ancora Ferri:

“Credo che si debba valutare una riforma profonda del sistema pensionistico pensando anche ai cosiddetti secondi e terzi pilastri (ovvero i fondi pensione e la previdenza integrativa; ndr).  È chiaro che è una strada che con il tempo darà i suoi frutti, ma se non iniziamo questo tipo di valutazioni, avremo sempre poi dei problemi economici e finanziari che sposteranno in là la problematica senza risolverla".

Intanto crollano gli assegni sociali passati in un anno da 13.000 a 7.500:

“È un dato che va letto in un contesto più ampio delle problematiche che oggi sta vivendo il nostro Paese soprattutto a livello di mercato di lavoro”.








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