2016-04-21 14:46:00

Terremoto in Ecuador: sale bilancio vittime, è emergenza bambini


In Ecuador continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che sabato scorso ha duramente colpito la zona costiera del nordovest: almeno 570 i morti, 5.700 i feriti e 20mila i senzatetto. Il presidente Rafael Correa ha annunciato l'aumento di due punti dell'Iva e l'introduzione di una tassa sugli utili quale contributo per la ricostruzione: i danni materiali si calcolano in 3 miliardi di dollari. Migliaia le persone impegnate nei soccorsi, tra queste anche la Ong “SOS villaggi dei bambini” che dal 1964 opera nell’area a sostegno dell’infanzia. Valentina Onori ha intervistato la responsabile della comunicazione Elena Cranchi:

R. – Purtroppo abbiamo poche informazioni perché ci sono gravi danni alle telecomunicazioni; quindi ultimamente mettersi in contatto con loro diventa difficile, non solo chiamando da rete fissa, ma anche da cellulare. Fino ad oggi, avevamo più di 6.000 persone sostenute nel Paese. La vera emergenza, in questo momento, così come era accaduto in Nepal, sono i bambini e i ragazzi soli. Il grande lavoro da fare è quello di riuscire a trovare le famiglie e fare quello che noi facciamo sempre: operare il ricongiungimento familiare. Ora li stiamo mettendo in protezione e stiamo cercando di dare loro le cose che in questo momento sono necessarie: coperte, acqua, cibo… C’è tutta una serie di beni che sono veramente necessari.

D. – Anche le vostre strutture sono state colpite dal terremoto…

R. – Noi abbiamo sei villaggi e alcuni di questi erano effettivamente nella zona dell’epicentro del terremoto. Il villaggio di Esmeraldas, ad esempio, era stato immediatamente evacuato perché si paventava lo tsunami, allarme che poi fortunatamente è rientrato, e i bambini e i ragazzi quindi, dapprima evacuati, stanno ora ritornando nel villaggio. Nel villaggio di Portoviejo, ad esempio, mancano acqua, cibo e energia elettrica. Quindi, acqua, cibo, medicine, energia elettrica e coperte sono in questo momento le cose che mancano di più nei nostri villaggi, ma ovviamente mancano e sono necessari per la popolazione colpita. Non abbiamo vittime fortunatamente, tutti i bambini e i ragazzi sono illesi, così come tutti i nostri educatori.

D. – Quanto è importante che i media continuino a seguire questa grave emergenza?

R. – Come sempre accade quando ci sono calamità naturali di questa portata, il problema è il dopo. Noi lavoriamo nel breve periodo, ma continuando a portare avanti dei progetti. Stiamo ricostruendo scuole, stiamo continuando a proteggere i bambini rimasti soli. Per tenere alta l’attenzione quello che possiamo continuare a fare è mandare aggiornamenti a tutta la stampa sperando che trovino uno spazio. Noi continuiamo ad essere presenti lì e a non abbandonare chi è in difficoltà; però, se nessuno racconta che c’è gente in difficoltà, diventa poi difficile anche per chi ascolta fare una donazione.








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