2016-04-22 15:32:00

La teologa Noceti: in "Amoris Laetitia" c'è visione conciliare


Un documento che propone una parola nuova sull'amore e al contempo una nuova antropologia cristologica. Sono alcune delle osservazioni della teologa Serena Noceti, vicepresidente dell'Associazione teologica italiana, contenute nella guida alla lettura dell'Esortazione apostolica Amoris Laetitia, pubblicata a Piemme. Al microfono di Fabio Colagrande, la teologa si sofferma innanzitutto sul carattere 'sinodale' del testo del Papa.

R. – E’ un documento a chiara impronta sinodale, per vari motivi, ma anche perché incomincia a esprimere quella sinodalità che Papa Francesco ci evidenzia come rilevante e significativa per la Chiesa di oggi. Per la prima volta, prima del Sinodo dei vescovi del 2014, è stato inviato a tutti i cristiani e le cristiane del mondo un documento preparatorio composto da una serie di domande con la sollecitazione a offrire delle indicazioni che toccassero la prassi e allo stesso tempo anche la riflessione sulla teologia del matrimonio, sull’esperienza della famiglia, sull’esperienza di coppia, la paternità, l’esperienza della maternità, della genitorialità … Quindi, quei temi che sono stati poi dibattuti nello stesso Sinodo dei vescovi, sono stati in realtà preceduti e accompagnati da una riflessione a più ampio raggio. In fondo, il Concilio Vaticano II ha intuito proprio questa coscienza di Chiesa sinodale. Direi che la novità di questa Esortazione è essere frutto non solo del Sinodo dei vescovi, ma di una sinodalità più allargata che coinvolge la Chiesa intera diffusa in tutto il mondo.

D. – In questo senso, lei sottolinea anche che è un testo che davvero mette in pratica le indicazioni conciliari …

R. – Papa Francesco non ha partecipato al Concilio, però ha vissuto la sua formazione proprio nel tempo del Concilio e dell’immediato post-Concilio. E direi che qui è evidente l’aspetto di una volontà di ripresa di quell’istanza pastorale conciliare – che non vuol dire che non ci sia dottrina, ma che pastorale e dottrina, pastorale e riflessione teologica, pastorale e servizio magisteriale dei vescovi sono in realtà accolti come dinamismi complessivi e interagenti in un cammino complessivo di Chiesa. Mi sembra però interessante rilevare che nel testo è anche presente un forte riferimento alla visione della Costituzione pastorale sulla Chiesa, la Gaudium et spes, e non solo perché Papa Francesco riprende, nell’Esortazione, molti suoi passaggi dedicati alla teologia del matrimonio; ma direi che accoglie quella prospettiva di rinnovamento nella visione dell’antropologia teologica, cioè dell’idea dell’uomo, che è presente proprio nella Gaudium et spes.

D. – Di che tipo di amore si parla in questo documento? Di che amore parla, il Papa?

R. – I due Sinodi del 2014 e del 2015 si erano soffermati sulla famiglia, mentre il sottotitolo si orienta su ciò che è generatore della famiglia, della coppia, della relazione genitoriale, eccetera, che è proprio l’amore. L’indicazione che segna fin dal titolo stesso, appunto Amoris Laetitia, è proprio il sottolineare l’amore. Ma il Papa sceglie di presentare l’amore non in maniera astratta, ma attraverso il richiamo alla prima lettera ai Corinzi, al capitolo 3, 13 – il famoso “inno alla carità”, scritto da San Paolo alla comunità di Corinto – dove troviamo 15 verbi. Il Papa presenta questi verbi per indicarci che l’amore non esiste astrattamente, ma l’amore si incarna, si manifesta, si fa figura di amore, in tutte le relazioni: primariamente, quella di coppia e poi soprattutto la relazione genitoriale. Quindi, da un lato, c’è un esame delle dinamiche, della forma di relazione nuova che l’amore genera, e dall’altra di questa fecondità, che è la fecondità nei confronti dei figli, di una vita feconda, ma anche la fecondità in senso più ampio, più allargato che contraddistingue la presenza della famiglia nella società: è un amore estremamente concreto, ecclesiale.

D. – Potremmo dire che Papa Francesco porta avanti quel suo programma di riforma della Chiesa, anche con l’Amoris Laetitia?

R. – A Firenze, nel novembre 2015, parlando alla Chiesa italiana, il Papa ha proprio utilizzato l’espressione “ecclesia semper reformanda”, e direi proprio che l’Amoris Laetitia tocca un punto chiave dell’identità umana: la dimensione dell’amore, la dimensione anche però degli affetti, dei legami, della struttura sociale e della struttura ecclesiale, perché la famiglia è proprio uno snodo, in questo senso, nella costruzione di una società e della Chiesa intera. Mi sembra di poter dire che Amoris Laetitia costituisca perciò un tassello portante in questo processo progressivo di riforma. Per la forma ecclesiale che attiva, per il processo che consegna, è davvero un tassello particolarmente prezioso e particolarmente significativo.








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