2016-04-23 14:30:00

Regno Unito: parlamento condanna atrocità Is, plauso dei vescovi


Dopo il Congresso degli Stati Uniti a marzo e il Parlamento europeo a febbraio, anche la Camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato una mozione che dichiara formalmente “genocidio” le persecuzioni e le atrocità compite dal sedicente Stato Islamico (Is) nei confronti dei cristiani, degli yazidi e delle altre minoranze in Medio Oriente. La seconda parte della risoluzione chiede al Governo di presentare un’istanza al Consiglio di Sicurezza  dell’Onu per portare i crimini commessi da Daesh e i responsabili davanti alla Corte penale internazionale. La misura è passata all’unanimità il 20 aprile.  

La tragedia in atto in Medio Oriente  richiede la nostra attenzione e azione
La notizia viene salutata con soddisfazione dal card. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale inglese e gallese. “La tragedia siriana e in Medio Oriente  richiede la nostra attenzione e azione”,  afferma in una nota il primate inglese.  “Innanzitutto - si legge nel testo - occorre fermare la violenza e questo richiede l’aiuto della comunità internazionale. In secondo luogo,  occorre disinnescare tutti gli ordigni esplosivi improvvisati (Ied)  e le bombe per rendere le aree colpite sicure. Sarà poi necessario ricostruire le case e le infrastrutture. Infine, sarà necessario nel lungo termine impegnarsi per ricostruire la fiducia nelle comunità”. “Tutti passi che - sottolinea il card. Nichols - richiederanno tempo, risorse e un impegno comune dei popoli del Medio Oriente e della comunità internazionale”

Il riconoscimento del genocidio perpetrato da Daesh un passo importante
Concetti espressi nei giorni scorsi dal Declan Lang, presidente dell’Ufficio per gli affari internazionali della Conferenza episcopale, che in un articolo pubblicato su “The Catholic Universe” ha evidenziato che il riconoscimento formale del genocidio perpetrato da Daesh è un passo importante, ma che intanto occorrono un‘azione concreta per liberare le aree da esso controllate e per sostenere i rifugiati e l’impegno per ricostruire le comunità locali.  (L.Z.)








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