Una ferma condanna delle violenze xenofobe e un forte appello alla pace: così la Conferenza episcopale in Zambia (Zec) commenta gli scontri avvenuti negli ultimi giorni nella capitale, Lusaka. Almeno 62 negozi di proprietà di persone rwandesi, infatti, sono stati saccheggiati durante i tumulti che hanno riguardato nove quartieri tra i più poveri della città.
Crimini rituali all’origine delle violenze
I disordini erano iniziati in precedenza, quando tra la popolazione locale si è sparsa
la notizia che i rwandesi erano coinvolti in alcuni crimini rituali avvenute in città.
Nelle ultime settimane, infatti, almeno sette persone sono state uccise, e parti del
loro corpo sono state asportate a mo’ di amuleti porta-fortuna, soprattutto nel campo
degli affari. La polizia locale ha arrestato oltre 250 persona, ma il clima rimane
teso.
Promuovere la cultura della pace
“Condanniamo ogni forma di violenza, sia essa omicidio, saccheggio o distruzione di
proprietà altrui – dichiara, in un’intervista all’agenzia cattolica Canaa, padre Cleophas
Lungu, segretario generale della Zec – Chiediamo sforzi congiunti per promuovere una
cultura della pace. Dal suo canto, “la Chiesa – sottolinea il religioso – sarà sempre
pronta a compiere atti di misericordia e di carità, come avvenuto già dopo il genocidio
del Rwanda del 1994, quando la Chiesa in Zambia ha accolto numerosi seminaristi rwandesi
che non avevano potuto completare la loro formazione in patria”.
Abbattere i muri dell’odio ed accogliere gli stranieri
Pertanto, continua padre Lungu, “esortiamo la popolazione ad imitare Papa Francesco
nell’abbattere i muri dell’odio che portano alla violenza, evitando la filosofia dell’indifferenza
ed accogliendo gli stranieri nella società, nelle famiglie e nelle comunità cristiane”.
D’altra parte, la Zec sottolinea che “non si può ignorare l’impatto che gli alti livelli
di povertà, disoccupazione e costo delle materie prime” hanno sul popolo. Tutto questo,
naturalmente “non giustifica comportamenti violenti”, ma richiama comunque la necessità
di “trovare soluzioni sostenibili per le attuali sfide sociali ed economiche”.
Autorità civili facciano il possibile per porre fine agli scontri
Nell’ottica del Giubileo della Misericordia, inoltre, il segretario generale dei
vescovi ricorda l’accoglienza offerta dalla Chiesa zambiana agli stranieri: “Una parrocchia,
ad esempio, ha ospitato oltre 50 vittime di xenofobia e numerosi fedeli e persone
di buona volontà hanno offerto loro cibo ed indumenti caldi”. Di qui, il richiamo
finale alle autorità civili affinché siano “più proattive e facciano tutto il possibile
per porre fine a tali tendenze” xenofobe. (I.P.)
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