2016-04-25 14:00:00

Siria: città a maggioranza cristiana bombardata dai jihadisti


Milizie islamiste legate al gruppo qaidista Jabhat al Nusra hanno sferrato nella giornata di ieri un attacco a colpi di mortaio sulla città siriana a maggioranza cristiana di Sqelbiya, nella provincia centrale di Hama, provocando la morte di almeno quattro civili. Lo riferiscono fonti curde, riprese dall'agenzia Fides. Alle vittime vanno aggiunti almeno quindici feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. L'attacco è avvenuto con il lancio fitto di colpi di mortaio, caduti a pioggia sui quartieri residenziali. La città, sotto il controllo dell'esercito governativo, già in passato aveva subito attacchi da parte dei miliziani jihadisti, che hanno provato più volte a prenderne il controllo, senza mai riuscirci.

Ad Hassakè regge la tregua tra esercito governativo e miliziani curdi
Intanto, nella provincia siriana nord orientale di Hassakè regge la tregua tra esercito governativo e miliziani curdi delle Unità di protezione popolare (Ypg), raggiunta sabato scorso dopo i sanguinosi scontri esplosi da mercoledì 20 aprile soprattutto nella città di Qamishli. Rappresentanti delle milizie curde, interpellati dall'agenzia Ara News, hanno riaffermato l'intenzione di mantenere il controllo delle aree conquistate durante gli scontri, e il rifiuto di fare qualsiasi concessione al governo di Assad. Gli stessi esponenti curdi hanno accusato il regime di aver costretto le popolazioni civili locali a creare dei gruppi paramilitari “di autodifesa” sottoposti all'esercito governativo, usando soprattutto sui dipendenti pubblici forme di ricatto come la sospensione dello stipendio o l'allontanamento forzato dal posto di lavoro.

Dietro la tragedia siriana si muovono strategie e interessi complessi
L'aprirsi di un nuovo fronte di conflitto tra milizie curde e esercito di Assad nella Siria nord-orientale conferma che dietro la tragedia siriana si muovono strategie e interessi complessi, che non possono essere ridotti allo scontro con i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Daesh). Secondo fonti locali, nei tre giorni di scontri tra le milizie curde e l'esercito governativo sono morti 17 civili, 10 miliziani curdi e 31 tra soldati governativi e paramilitari pro regime. (G.V.)








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