2016-04-25 14:00:00

Vescovi Quebec: messaggio per la Festa del lavoro


Salvaguardare la dignità umana di fronte alla “quarta rivoluzione industriale” provocata dallo sviluppo della tecnologia: questo, in sintesi, l’appello dei vescovi del Quebec nel loro tradizionale messaggio per la Festa dei lavoratori, che ricorre il 1.mo maggio. Nel documento, siglato dal Consiglio episcopale “Chiesa e società” che si occupa di giustizia sociale e diritti umani, i presuli si soffermano sulla rivoluzione tecnologica dell’epoca contemporanea ed, in particolare, sul suo impatto nella vita dei lavoratori.

Cambiamenti tecnologici hanno conseguenze sul bene comune
“I cambiamenti tecnologici attuali – si legge nel testo – hanno delle conseguenze sul bene comune, sul lavoro, sulla distribuzione del reddito e sulla coesione sociale”. Di qui, l’urgenza di porsi alcune domande essenziali: “Le macchine rimpiazzeranno gli uomini? Ed anche se non li rimpiazzeranno, provocheranno un cambiamento nei loro salari e sulla disparità di reddito?”. Rispondere a tali quesiti è importante, sottolinea la Chiesa del Quebec, “perché non si tratta solo di sostituire il lavoro umano con quello di una macchina, ma anche di riconfigurare i modelli stessi di produzione e di distribuzione”.

Il lavoro è parte del senso della vita sulla terra
Citando, poi, quanto scritto da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della Casa comune”, i vescovi ribadiscono che “non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l’umanità danneggerebbe sé stessa. Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. (n. 128). Al fine, quindi, di diminuire il più possibile gli effetti deleteri dei cambiamenti tecnologici sulla vita dei lavoratori, i vescovi del Quebec auspicano che la società intera si mobiliti attorno ad “un progetto di educazione e formazione” atto a preservare la dignità dei lavoratori “di fronte alle conseguenze negative che la nuova fase dello sviluppo tecnologico provoca sul mondo del lavoro”.

Puntare sullo sviluppo del capitale umano
E qui i presuli fanno alcuni esempi: il telefono cellulare che, grazie ad alcune app, permette di monitorare la propria salute; le automobili che si guidano da sole; l’uso di stampanti in 3D che possono produrre beni in piccole serie. Tutti cambiamenti, spiegano i presuli, che richiedono “una strategia digitale”. Cosa fare dunque? La risposta della Chiesa del Quebec è chiara: puntare sullo sviluppo del capitale umano, favorendo l’occupazione, una migliore distribuzione dei redditi e, di conseguenza, la coesione sociale, “senza remare contro questa nuova fase di sviluppo tecnologico” e senza dimenticare “il dovere di aiutare e tutelare i più vulnerabili e tutti coloro che non sono in grado di seguire questi cambiamenti”.

Tre soluzioni concrete. Primo: educazione di qualità
Nel dettaglio, i presuli indicano tre soluzioni concrete. La prima riguarda la formazione, ovvero “formare meglio le persone affinché siano soggetti, e non meri oggetti, degli sviluppi tecnologici”, e possano “realizzare ed esprimere la propria creatività attraverso il lavoro”. Il che significa – spiegano ancora i vescovi – puntare su un’educazione di qualità, combattere la dispersione scolastica, permettere la formazione professionale continua sul posto di lavoro, accompagnare le famiglie a valorizzare le competenze di ciascuno dei loro membri.

Secondo: implementare l’occupazione. Terzo: favorire imprese locali
La seconda soluzione punta ad implementare ed a facilitare l’assunzione dei lavoratori di alcuni settori particolari, come quello giovanile. La terza soluzione, infine, suggerisce di “favorire l’emergere di imprese locali e di strutture decisionali di prossimità, promuovendo un’economia che favorisca la diversità produttiva e la creatività imprenditoriale”. Naturalmente, sempre facendo in modo che “la dignità di ogni persona venga rispettata”, così da “mantenere la coesione sociale”.

Ciascuno contribuisca alla vita della società
​Tali soluzioni, conclude la Chiesa del Quebec, non spettano solo ai governanti, bensì rappresentano “un progetto collettivo, ampio e multiforme che prevede l’impegno di tutti”: governo, istituzioni educative, formatori, imprese. “Si tratta, in ultima analisi – concludono i vescovi – di permettere ad ogni persona di contribuire, con il suo lavoro, alla vita della società, concretizzando le sue potenzialità emettendo a frutto ciò che Dio ha riposto in tutte le cose”. (A cura di Isabella Piro)








All the contents on this site are copyrighted ©.