2016-04-27 08:32:00

Seminario Santa Croce: al centro la comunicazione digitale


E’ in corso in questi giorni a Roma, alla Pontificia Università Santa Croce, il 10.mo seminario per i Comunicatori della Chiesa, incentrato quest’anno sul tema “Partecipazione e Condivisione”. All’evento partecipano comunicatori di tutto il mondo che si confrontano sulle sfide della comunicazione nell’era dei Social Network. A seguire l’evento per noi, Alessandro Gisotti:

Come gestire la comunicazione della Chiesa in un contesto digitale? E’ la domanda intorno a cui ruota il Seminario dei comunicatori della Chiesa alla Pontificia Università Santa Croce. Un evento che - attraverso panel, tavole rotonde e confronti - cerca di mettere a fuoco le principali sfide comunicative per la Chiesa del nostro tempo. La riflessione del prof. Marc Carroggio, docente di Comunicazione istituzionale e management all’Università Santa Croce:

R. – La Chiesa – secondo me - può tantissimo in termini di umanità, di calore. Il Papa parla molto della Madre Chiesa, che dà calore in questo mondo ferito e che può generare anche una cultura dell’incontro che anzitutto e prima di tutto è far sì che la gente possa incontrare, trovare Dio, anche nella scena pubblica. Mi sembra che in questo contesto le tecnologie digitali, che sono ormai sono "ambientali", non sono più tecnologia, danno tanto ai fedeli della Chiesa ed hanno fatto sì che oggi tutti nella Chiesa siano e siamo "portavoce": non c’è più un portavoce! E così il campo si apre tanto…

D. – Com’è possibile portare la Misericordia anche sulle Reti Sociali, in Internet, nella comunicazione?

R. – La carità è un po’ l’asse della comunicazione della Chiesa. A me vengono sempre in mente il nome della prima Enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est” e l’“Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. Quindi la carità è il contenuto della comunicazione della Chiesa, la misericordia è il contenuto della comunicazione della Chiesa, ma anche il modo e lo stile della Chiesa!

Tecnologia, ma non solo, dunque, perché al centro della comunicazione deve sempre esserci la persona, come insegna Papa Francesco e come sottolinea il prof. Giovanni Tridente, docente di Etica informativa e legislazione di stampa alla Pontificia Università Santa Croce:

R. – Qui il discorso è passare da una comunicazione incentrata sui mezzi, sugli strumenti, a una comunicazione che ha di fronte un individuo, una persona. Il Papa, appunto, con i suoi gesti, lo dimostra ogni giorno: a lui interessa l’individuo concreto, la persona concreta, l’essere umano che ha di fronte. Anche la comunicazione della Chiesa si deve orientare in questo senso: quindi, attraverso gli strumenti che evolvono, che migliorano, c’è bisogno di riscoprire i contenuti e parlare ai cuori delle persone, riuscendo a coinvolgerli, riuscendo a condividere con loro le esperienze di fede, piuttosto che limitarsi alla sola tecnologia.

D. – Siamo nell’Anno della Misericordia e la misericordia è anche uno dei temi del binomio del messaggio per la 50.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Comunicazione e misericordia, un incontro fecondo”. Ma come si può testimoniare la Misericordia, poi, nella comunicazione e anche, appunto, nei Social Network?

R. – Nelle Reti Sociali si può parlare di Misericordia con un atteggiamento positivo verso i contenuti che si vogliono trasmettere, verso le persone che interagiscono, i proprio follower; soprattutto quando ci sono delle tematiche – diciamo – problematiche, io posso approfittare di quell’occasione per trasmettere la mia identità, non esacerbando il confronto, ma dando una possibilità anche per conoscere di più le persone, per fare insieme un percorso. Quindi approfittare anche di quelle situazioni problematiche per tirarne fuori una luce e una evidenza positiva.








All the contents on this site are copyrighted ©.