2016-04-27 14:48:00

Spagna: non c'è accordo politico, si torna al voto a giugno


Non c’è accordo in Spagna tra i partiti sui candidati alla carica di premier. Dopo tre giri di consultazioni, non si è trovata la maggioranza su nessun nome. Il Parlamento dunque sarà sciolto il 2 maggio, rendendo necessario ripetere le elezioni per la prima volta nella storia democratica del Paese. La data sarebbe il 26 giugno. Sullo scenario che ora si apre con la nuova campagna elettorale, il parere di Maria Elena Cavallaro, docente di Relazioni internazionali al St. Antony's College di Oxford, al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – Con queste nuove elezioni, si va verso una sorta di "presidenzializzazione" del voto. Quello che gli elettori sono chiamati adesso a scegliere con questa seconda consultazione è proprio un nuovo leader che possa poi avere la forza di formare un governo. Quindi, oltre al cambiamento politico, un cambiamento istituzionale. Quello che fino a questo momento è stato possibile per la Spagna, fin dalle elezioni democratiche della fine degli anni Settanta, adesso non funziona più come ingranaggio. Questa è una delle ragioni che porta all’impasse odierna. L’altra è data dall’ascesa di nuovi partiti all’interno del sistema politico.

D. – Il vecchio muore e il nuovo non può nascere ?

R. – Quello che è sicuro è che i nuovi attori politici sono portatori anche di istanze molto critiche rispetto al sistema bipolare che si era creato all’indomani della transizione democratica.

D. – Quindi, è un momento storico che lascia il passo a una nuova campagna elettorale?

R. – Sì, nuove elezioni, ma i partiti devono evitare di ripetere esattamente lo schema delle elezioni del 20 dicembre, perché naturalmente la popolazione spagnola vuole qualcosa di nuovo, vuole conoscere meglio i programmi, perché i tentativi di formare il governo sono stati percepiti solamente come equilibri di forza ed equilibri di leadership.

D. – Alla Spagna,secondo lei, cosa servirebbe come leadership politica?

R. – Siamo in un momento di impasse. Tutte le formule che sono state utilizzate hanno mostrato l’impossibilità di conciliare un vecchio partito forte, come quello socialista, con i nuovi partiti emergenti dello scenario politico. D’altro canto, una coalizione destra-sinistra in Spagna fino a questo momento non è stata ipotesi vagliata. Forse, è il caso di ipotizzare che i due partiti classici di maggioranza e opposizione facciano come in Italia hanno fatto il Pd e il Nuovo centrodestra. Un’ipotesi che c’è sul tavolo, che però ancora non è stata vagliata, perché c’è paura che l’elettorato si senta tradito sia da una parte che dall’altra. Però, Sanchez sta abbassando molto i toni nei confronti di Rajoy, quindi forse al vaglio c'è questa soluzione.








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