Dibattito acceso, in Perù, sulla pena di morte dopo che la candidata alla poltrona di Capo di Stato, Keiko Fujimori, ha proposto di introdurre la pena capitale per chi abusa dei minori di 7 anni, oltre per chi è colpevole di terrorismo, come prevede la Costituzione nazionale. Immediata la reazione della Conferenza episcopale peruviana (Cep), in difesa della sacralità della vita umana.
Rispettare vita umana dal concepimento e fino a morte naturale
In una nota, infatti, la Cep sottolinea: “La vita
umana è un dono di Dio e quindi siamo tenuti a rispettarla e a proteggerla dal primo
momento del concepimento fino al suo termine naturale”. Pur ribadendo, poi, che “la
Chiesa riconosce il diritto e il dovere dell'autorità pubblica di imporre sanzioni
proporzionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità,
il ricorso alla pena di morte”, i presuli ricordano che, tuttavia, i casi in cui "l'esecuzione
del condannato è una necessità assoluta sono molto rari, se non addirittura praticamente
inesistenti".
Papa Francesco: pena di morte è inammissibile
Infine, la Cep cita quanto detto da Papa Francesco
nella lettera consegnata alla Commissione internazionale contro la pena di morte,
il 20 marzo 2015: “Oggi la pena di morte è inammissibile, per quanto grave sia stato
il delitto del condannato. È un’offesa all’inviolabilità della vita e alla dignità
della persona umana che contraddice il disegno di Dio sull’uomo e sulla società e
la sua giustizia misericordiosa, e impedisce di conformarsi a qualsiasi finalità giusta
delle pene. Non rende giustizia alle vittime, ma fomenta la vendetta”. (I.P.)
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