2016-04-28 14:55:00

Migranti. Vegliò: Europa scialba e priva di politica unitaria


Almeno 25 giovani egiziani sono annegati nel Mediterraneo viaggiando verso l'Europa a causa del rovesciamento del loro barcone. Lo ha rivelato oggi una fonte della sicurezza dell’Egitto, senza però precisare la data  del naufragio. Sono invece 599 i migranti  tratti in salvo nella giornata di oggi nel Canale di Sicilia, nel corso di 5 distinte operazioni di soccorso della Guardia costiera.

Di ottusità mentali e di egoismo parla a proposito dell'Europa il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio dei migranti  al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – Quando leggo queste notizie, mi prende una gran tristezza, perché l’Europa perde i suoi connotati. L’Europa è stata sempre il continente del rispetto dei diritti umani, delle minoranze religiose, della solidarietà: tutti valori che ormai – purtroppo – sono persi, almeno questa è la sensazione generale. L’Europa è chiusa: i Balcani sono chiusi; l’Europa che si affaccia sul Mediterraneo è chiusa... Ma allora che Europa è? E mi domando: ma c’è stata questa Europa? Io ho sempre detto e ho sempre pensato che è difficile che l’Europa si costituisca: dal lato economico, sì; però da quello culturale, politico, trovo molto difficile che Paesi come l’Inghilterra, la Francia, l’Italia o la Germania, che hanno avuto tutti una loro grande storia, riescano a riunirsi e ad avere un’unica testa che pensi e un’unica politica. Cercano, ma purtroppo l’Europa, quando si parla di politica, la trovo molto assente, molto egoista nei singoli Stati. Questo ha fatto sì che si sono accresciuti i gruppi così chiamati di destra, antieuropeisti. Vuol dire muri e che i profughi li rimandiamo tutti in Turchia. Trovo un’ottusità mentale e anche molto egoismo che non è degno dell’Europa, ma purtroppo è questa l’immagine che l’Europa dà in questo momento.

D. – Quindi, fatta l’Europa, si doveva fare, come si era detto inizialmente, anche la cultura europea?

R. – È evidente. Un Paese non si può unire all’altro se non rinuncia a qualcosa e se non prende qualcosa dall’altro. Certo, se non c’è una sinergia tra le varie mentalità non è facile fare un’Europa unita. Sarebbe già difficile fare un’Europa confederale; ora bisognerebbe fare gli europei… È tutto lì il problema: ancora di europei non è che ce ne siano tanti.

D. – Nel 1998, quando fu rimossa la sbarra di confine al Brennero, si pensò che la storia era segnata e che si poteva andare solo avanti. Guardando invece alle scene e alle decisioni di questi giorni, sembra che invece stiamo tornando indietro…

R. – È così, perché se i progetti che si stanno attuando adesso vanno avanti, l’Europa è isolata e non c’è molto futuro, a meno che - voglio sperarlo - abbia un sussulto di autocoscienza, apertura, generosità... Ma se continua così, sarà un’Europa molto scialba.








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