2016-04-29 07:48:00

Fontana di Trevi si tinge di rosso per i martiri cristiani di oggi


Crescono le adesioni all’iniziativa di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) che questa sera alle 20.00 si terrà alla Fontana di Trevi. Lo storico monumento nel centro di Roma diventerà rosso scarlatto grazie a una serie di fasci di luce, proprio a ricordare il sangue di tanti martiri cristiani. Secondo un ultimo rapporto dell'organismo, sarebbero 200 milioni i cristiani perseguitati nel mondo. Alessandro Gisotti ha raccolto il commento di Marta Petrosillo, portavoce in Italia di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”:

R. – L’iniziativa nasce, innanzitutto, dal desiderio di coinvolgere e di informare, com’è nel dna di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, sempre più persone sul tema della persecuzione religiosa e, in particolare, della persecuzione anticristiana, ai giorni nostri - come ci ricorda Papa Francesco - più grave che nei primi tempi della Chiesa. Quindi, in questo modo, anche scenografico, abbiamo voluto coinvolgere e “scioccare” sempre più persone per fare in modo che vi sia, da parte dell’opinione pubblica, una riflessione al tema e che vi sia una considerazione verso i tanti cristiani che nel mondo oggi sono perseguitati. La scelta di uno scenario come quello di Fontana di Trevi deriva dal fatto che abbiamo voluto scegliere una fontana di modo che l’acqua simboleggiasse proprio realmente il sangue dei martiri cristiani.

D. – Quante adesioni sta ricevendo questa iniziativa, che sembra avere anche un’eco internazionale?

R. – E’ un’iniziativa che sta raccogliendo veramente numerose adesioni da tutto il mondo. Da parte dei media, dell’attenzione mediatica, molti organi di informazione hanno anche voluto aderire ufficialmente alla nostra manifestazione, come ad esempio “Avvenire”, “Rome Reports”, “Catholic News Agency” e ”Zenit”. Abbiamo avuto adesione anche da istituzioni quali, ad esempio, la Regione Lombardia, ma soprattutto siamo lieti che tante altre realtà associative cattoliche, come Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio, Comunione e Liberazione, Azione Cattolica abbiano voluto aderire alla nostra iniziativa e unirsi al nostro appello, per ricordare l’importanza di non dimenticare i cristiani perseguitati. In particolare, le adesioni di cui siamo veramente molto lieti sono quelle di tante chiese che, da tutto il mondo, ci hanno assicurato che si uniranno a noi domani sera, in preghiera. In particolar modo abbiamo parlato con il presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, mons. Joseph Coutts, con mons. Ndagoso da Kaduna, in Nigeria, e con il Patriarca caldeo Sako, che domani sarà a Baghdad e che ci ha assicurato che tutte le parrocchie si uniranno a noi, in preghiera, proprio perché tutti i cristiani del mondo insieme siano uniti per ricordare il martirio cristiano e per fare in modo che i cristiani perseguitati oggi sappiano di non essere abbandonati.

D. – C’è la speranza che con questa iniziativa così forte si vinca quel male dell’indifferenza rispetto a queste sofferenze, tante volte denunciato anche da Papa Francesco?

R. – E’ quello che speriamo ed è uno dei motivi per cui abbiamo organizzato questa iniziativa. Quella di Papa Francesco spesso è l’unica voce che si leva dal silenzio di tanta indifferenza. Non a caso abbiamo scelto di ricordare. Domani sera, infatti, saranno ricordati anche alcuni martiri di oggi, tra cui le quattro religiose uccise in Yemen, lo scorso mese, ricordando proprio le parole di Papa Francesco: “Così poco hanno interessato l’opinione pubblica”. Quindi noi ci auguriamo che la nostra iniziativa possa contribuire veramente a spezzare questa indifferenza.








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