2016-05-03 13:20:00

Unioni civili. Renzi non esclude la fiducia alla Camera


Le unioni civili tornano ad accendere il dibattito politico dopo che ieri il premier italiano Renzi ha annunciato che tra i prossimi 10 e 12 maggio si terrà la votazione definitiva alla Camera, probabilmente con la fiducia. Il servizio di Paolo Ondarza:

Superata la tappa della Commissione Giustizia il ddl Unioni Civili arriva alla Camera. E anche qui Renzi non esclude il ricorso al voto di fiducia dopo quello del Senato dello scorso 25 febbraio accompagnato dalle polemiche per l’accordo tra Pd, Area Popolare e Verdiniani. Giulio Alfano, docente di Etica Politica alla Pontificia Università Lateranense

R. –  Questo è stato un provvedimento che ha avuto un itinerario molto sofferto e molto lungo, che dà l’impressione della necessità di arrivare a conclusione più per una richiesta dell’Europa che per un comune sentire sia del popolo italiano che delle forze politiche. Sono abbastanza dubbioso se la società civile sarebbe favorevole o meno a questo. Certamente, nella situazione attuale, ci sono ben altre priorità, che non sono solo quelle economiche, ma anche quelle educative. In questi anni è passata una cultura del diritto che ha messo in sordina il vero diritto che è il diritto naturale. Se si arriva a pensare che l’amore è un diritto, mentre invece è un sentimento, questo significa capovolgere tutto l’asse interpretativo dell’etica.

D. – Che cosa si può dire in merito a questo annuncio del Presidente del Consiglio di un nuovo possibile voto di fiducia?

R. – C’è una maggioranza che ha timore di perdere dei pezzi. Si tratta di una maggioranza non sicura dei propri voti: quando si esprime un voto di fiducia il motivo è questo.

D. – Il “sì” alla fiducia da parte della Camera appare scontato: lei è di questo avviso?

R. – Anch’io sono abbastanza di questo avviso, perché l’eventuale voto negativo, non dico che provocherebbe la crisi di governo, ma metterebbe in difficoltà un esecutivo alla vigilia di una grossa consultazione elettorale, in capoluoghi di provincia fondamentali per capire il futuro della politica di questa maggioranza.

D. – Stiamo parlando di un provvedimento che ha visto – lo ricordiamo – lo stralcio della “stepchild adoption”; dell’obbligo di fedeltà. Ma secondo molti restano dei caratteri che configurerebbero il cosiddetto “simil-matrimonio”, e questo costituirebbe un possibile profilo di incostituzionalità del testo…

R. – Questo è probabile, perché nella Costituzione si parla di “società naturale fondata sul matrimonio”. Questo provvedimento è presentato come “Unioni civili”, e non come “Matrimoni”. Quindi bisogna vedere come avverrà il confronto tra la Costituzione e il Codice: nella prima si parla di matrimonio come “società naturale”, nel Codice si parla esplicitamente di “matrimonio tra uomo e donna”.

D. – Dopo questo pronunciamento, la parola passerà al Presidente della Repubblica, Mattarella…

R. – Il Capo dello Stato, da persona avveduta qual'è, e che ha anche, al di là suo vissuto politico, un ruolo istituzionale super partes, vedrà, consultando gli organi deputati, se questo provvedimento è in sintonia con gli statuti costituzionali; e soprattutto se è in sintonia con le leggi che derivano da queste realtà costituzionali. Nella Costituzione non c’è neanche scritto che il matrimonio è “indissolubile” o che è “tra uomo e donna”, ma che lo Stato italiano – la Repubblica italiana – riconosce il matrimonio come “società naturale”. Bisognerà approfondire il significato di “società naturale”: è una questione molto delicata. Quindi il Presidente della Repubblica, nella sua lungimiranza, ma anche tenendo conto che ci troviamo di fronte un uomo con un grosso spessore etico, saprà valutare, consultando anche le personalità e gli organi competenti, la specificità di questo provvedimento. 








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