2016-05-04 08:02:00

Onu-Siria: crimine di guerra l'attacco all'ospedale di Aleppo


Si continua a morire in Siria. Ieri ad Aleppo nuovamente colpito dai bombardamenti un ospedale, questa volta dai ribelli. Una ventina i morti, tra cui diversi bambini. Forte la condanna del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Sulla stessa linea il Consiglio di Sicurezza, che torna a riunirsi oggi, mentre la comunità internazionale moltiplica gli sforzi per arrivare a una tregua stabile sul terreno. Il servizio di Giancarlo La Vella:

“Gli attacchi contro gli ospedali sono crimini di guerra”. Senza mezzi termini Ban Ki-moon torna a stigmatizzare il drammatico episodio, emblema di una guerra dolorosa e disumana dalle ricadute tragiche sui più deboli. A pochi giorni dall’altro bombardamento del regime sull’ospedale pediatrico di Aleppo che aveva causato già oltre 30 morti. Sull’insostenibile situazione nella città di Aleppo si riunisce oggi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che già ieri all’unanimità ha approvato una risoluzione per la protezione dei nosocomi, del personale medico e dei pazienti. Ormai lunga la lista di episodi del genere: avvenuti, oltre che in Siria, anche in Afghanistan, Iraq, Yemen e Sud Sudan. Ad Aleppo e in tutta la Siria c’è bisogno di un cessate-il-fuoco stabile e duraturo, che consenta il prosieguo dei colloqui di pace a Ginevra. Russia e Stati Uniti in primis si fanno promotori dell’iniziativa, che potrebbe essere annunciata a breve. Per i bambini della regione di Aleppo di mobilita anche l’Unicef: “Bisogna fare qualcosa e subito per il milione e 200 mila minori, che più di tutti soffrono quest’escalation di violenza senza precedenti”.

Intanto le speranze di pace sono riposte anche nei colloqui di Ginevra sotto l'egida dell'Onu. Quali le scelte per il buon andamento dei negoziati? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Massimo Campanini, docente di Islamistica e Storia dei Paesi islamici all'Università di Trento:

R. – Bisogna che Stati Uniti e Russia addivengano ad una vera convergenza: depongano cioè le rivalità reciproche e arrivino veramente a un’intesa, che possa soddisfare entrambe le parti. La seconda clausola sta nel fatto che le componenti interne siriane, che discutono del futuro della Siria, sono molto eterogenee e quindi non è facile portarle a una convergenza. La terza difficoltà sta nella questione lagata al futuro del Presidente Bashar al-Assad: in qualche modo dovrà o lasciare il potere o comunque farsi da parte. Però è evidente che il regime di Bashar al-Assad non può essere distrutto così facilmente, anche perché le conseguenze potrebbero essere imprevedibili: la caduta di Bashar al-Assad dovrebbe essere – a mio avviso – mantenuta distinta dalla distruzione fisica del suo sistema di potere.

D. – Secondo lei, i colloqui di Ginevra arriveranno a qualcosa di concreto?

R. – Dipende… Si tratta semplicemente di un primo passo: certamente fondamentale e necessario, però bisogna anche semplificare perlomeno i problemi cui abbiamo accennato prima. 








All the contents on this site are copyrighted ©.