2016-05-04 13:39:00

Settimana della mamma: occorrono più servizi e diritti


La carenza di una rete sociale di supporto alla famiglia, città con tempi e spazi urbani poco adeguati alla vita familiare. Sono alcune delle tematiche affrontate durante la seconda edizione della “Settimana della mamma” che è in corso a Roma fino a domenica. L’iniziativa, che prevede incontri, workshop, ma anche biglietti omaggio e riduzioni per musei e spettacoli teatrali aderenti all’iniziativa, è stata promossa dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in occasione della prossima festa della mamma. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Una settimana dedicata alla mamma per mettere in risalto la fatica e la gioia dell’essere madre oggi, ma anche per sottolineare il forte valore sociale della maternità. Ma in che modo le mamme possono essere aiutate maggiormente oggi?  Il commento di Adele Ercolano tra le promotrici dell’evento.

R. – Sicuramente le mamme hanno bisogno di molti servizi, perché uno dei temi centrali, critici ancora. è la possibilità di armonizzare i tempi di vita, quindi di conciliare i vari impegni familiari e lavorativi e la mancanza di servizi sicuramente non facilita questo compito. La “Settimana della mamma” è un’occasione per festeggiare le mamme perché fanno molto e anche per ribadire l’importanza del ruolo della maternità all’interno della nostra società.

D. – Ma qual è il ruolo della maternità nella società attuale?

R. – La maternità è sempre stata un valore; il vero problema, per l’Italia in particolare, è che ci sono molti bisogni delle mamme che non sono soddisfatti. Quindi l’impegno che noi come Istituto di Studi superiori sulla donna, che promuove questo progetto all’interno dell’ateneo, è quello di ribadire l’importanza della maternità e il valore dell’apporto delle donne in tutti gli ambiti della società e quindi da questo punto di vista la maternità ha un valore che tutti noi dobbiamo sostenere.

D. – Lo Stato, secondo lei, quanto potrebbe essere più vicino alle mamme?

R. – Un impegno per politiche familiari, un impegno per politiche di conciliazione più concrete ma soprattutto creare un ambiente, una città, un Paese più a dimensione di mamma, quindi con servizi e con tutte le tutele che sono necessarie.

E tanti i temi affrontati nella settimana, dai consigli pratici della vita quotidiana di una mamma , alla conciliazione tra lavoro e famiglia, fino ai diritti di tutela della maternità in Italia. Ascoltiamo a questo proposito Maria Pia Baccari Vari docente di diritto alla Libera Università Maria Santissima Assunta:

R. – Nell’antica Roma, la donna aveva un ruolo importante proprio messo sullo stesso piano del “pater familias”. Quindi, il diritto romano – a mio avviso – protegge la donna molto più che non quanto accade oggi, dove la gravidanza viene presa in considerazione sia dal potere legislativo, sia dal potere giudiziario in un’ottica di aggressione piuttosto che di difesa. Per esempio, se si prende una qualsiasi enciclopedia e si cerca il termine “gravidanza”, si trova tra parentesi “interruzione della”: quindi si guarda all’interruzione della gravidanza, non a tutelare la donna gravida, a tutelare la gravidanza. Questa è un po’ la differenza. I giuristi si basavano sui principi e quindi anche quelli dello “ius naturale” e contro l’ideologia odierna che si definisce “nuovi diritti”, senza limiti e che portano a un uso commerciale del corpo umano. E si passa, appunto, alla maternità surrogata, all’utero in affitto … Quindi, soprattutto nella realtà odierna, con questa diffusione delle tecniche di procreazione assistita, si vorrebbe mettere in discussione finanche l’antico principio naturale “mater semper certa”.

D. – In che modo la società potrebbe difendere maggiormente le madri, secondo lei?

R. – Dando ampia protezione alla donna. A guardare la Costituzione, c’è l’articolo 31 che impone la protezione della maternità; sotto il profilo giuridico, valorizzare il lavoro della donna attuando la parità nella tutela previdenziale assicurativa, che oggi è del tutto carente; una incisività del regime di comunione legale degli utili e degli acquisti, attraverso un’esclusione o una limitazione della possibilità di scelta del regime di separazione dei beni.








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