2016-05-05 13:26:00

Aiuti internazionali per il Venezuela in difficoltà


La crisi economico-istituzionale che sta colpendo il Venezuela. Le autorità elettorali hanno iniziato la verifica di quasi 2 milioni di firme presentate dall'opposizione per il referendum sulla revoca del mandato presidenziale al Capo dello Stato, Maduro, il quale ha comunque promesso di rispettare la volontà popolare. Intanto crescono le difficoltà per la popolazione per la mancanza di beni di prima necessità e medicinali. Tutto questo nonostante il Venezuela sia tra i maggiori produttori di petrolio, ma corruzione e dalla criminalità organizzata sono ai massimi livelli. Luca Collodi ne ha parlato con Alessandro Politi, esperto di America Latina:

R. – Mentre il regime chavista era partito con un’agenda sociale molto chiara di ridistribuzione della ricchezza – il Venezuela non è povero – il problema è che poi questo è risultato non essere sostenibile. La gestione del petrolio è un problema che riguarda moltissime élite del pianeta, non è solo un problema venezuelano, e molto spesso la gestione dell’energia è associata anche a storie di corruzione importanti. Purtroppo, questa combinazione ha creato questa debolezza, aggravata in modo molto serio dal crollo dei prezzi, che non è soltanto una manovra di mercato, ma è una manovra chiaramente politica ed è una battaglia intorno a chi sia il vero “swing State” del mercato petrolifero globale: se l’Arabia Saudita o gli Stati Uniti.

D. – Non è solo, comunque, il petrolio alla base della rovina del Venezuela, vi sono poi anche dinamiche interne, aggravate dalla corruzione…

R. – Beh, aggravate dalla corruzione e anche dal crimine organizzato. Ci sono una serie di cartelli che operano in Venezuela. Chi dice Venezuela, dice confine con la Colombia; e chi dice questo, dice cocaina. Quindi si capisce che tra contrabbando, borsa nera, corruzione e crimine organizzato, la situazione non sia assolutamente facile.

Per il Venezuela in difficoltà sono partite diverse iniziative umanitarie. Dopo la recente lettera riservata del Papa al Presidente Maduro, il segretario di Stato vaticano, card. Piero Parolin, ha offerto la disponibilità della Chiesa a collaborare per superare la crisi. Aiuti cominciano a giungere a Caracas da diverse parti del mondo, in particolare dall’Italia. Luca Collodi ha intervistato Luisa Ceccarelli, coordinatrice del Programma Umanitario per il Venezuela, sezione di Roma:

R. – In Italia, in tutto il territorio nazionale, ci sono 30 punti di raccolta. Questa emergenza ha fatto partire una grande catena umana di solidarietà, e io voglio ringraziare il meraviglioso popolo italiano, che ci sta aiutando moltissimo, attraverso le Chiese e la Caritas: noi siamo onorati – davvero – di avere una collaborazione con Caritas Venezuela. E dietro tutto questo si è aperto un mondo, di volontariato e di solidarietà – sia chiaro – non collegato con tutto ciò che riguarda la politica. Perché le nostre medicine devono arrivare a tutti, senza nessun colore o bandiera: la salute è un diritto di cui devono godere tutti.

D. – Voi avete lanciato anche un’altra iniziativa umanitaria: quella degli “Angeli tricolori”...

R. – Sì, perché ci sono dei farmaci che per legge non possono entrare negli Stati Uniti dove c'è la sede centrale dell'organizzazione, ma che sono di estrema urgenza in Venezuela; quindi questi “angeli” sarebbero le persone che viaggiano, che offrono un posto in valigia, per fare poi arrivare questi medicamenti a una fondazione. Tutto ciò che parte dall’Europa e dagli Stati Uniti non va ai privati, per non alimentare il mercato nero; perché una persona che è disperata è disposta a pagare delle cifre astronomiche pur di trovare queste medicine. Dobbiamo evitare tutto questo.








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