2016-05-07 14:30:00

Il commento di don Gianvito Sanfilippo al Vangelo della Domenica


Nella solennità dell’Ascensione del Signore, la liturgia ci propone  il Vangelo in cui Gesù risorto annuncia ai discepoli che saranno suoi testimoni in tutto il mondo:

“Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo”.

Sulla solennità dell'Ascensione, ascoltiamo il commento di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della Diocesi di Roma:

Nel nome di Cristo saranno annunciate a tutte le nazioni la conversione e il perdono dei peccatiIo sto per inviare su di voi la promessa del Padre, rimanete in città, però, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”. Dopo queste parole il Signore viene assunto in cielo mentre benedice i suoi discepoli; sono parole di speranza che rallegrano il cuore degli apostoli, e li rendono capaci di quell’attesa fiduciosa che fu preludio di una missione di salvezza senza precedenti in ogni angolo della terra. Con l’Ascensione di Gesù al cielo la natura umana viene sommamente onorata, posta più in alto degli angeli e delle potenze celesti, segno inequivocabile della nostra dignità e della grandezza del nostro destino. Dio ha trovato dimora nell’uomo e l’uomo trova dimora in Dio. Perché ciò accada bisogna tornare a Gerusalemme, immagine della Chiesa, dove attraverso la Parola e i Sacramenti ogni persona ritrova la propria identità e dove la virtù della speranza corrobora la certezza nel compimento della promessa: l’effusione prossima dello Spirito Santo. Con Lui e grazie ai suoi doni possiamo gustare il perdono, Egli ci concede mitezza, amore al prossimo e al nemico, e chi vedrà la nostra vita pacificata e gioiosa crederà al Vangelo.








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