2016-05-09 15:00:00

Uganda: i vescovi ricordano i Martiri del Paese


“La verità vi farà liberi”: sarà questo versetto, tratto dal Vangelo di Giovanni, il motto con cui la Conferenza episcopale dell’Uganda (Uec) ricorderà, il prossimo 3 giugno, i Martiri del Paese. La celebrazione si terrà presso il Santuario di Namugongo, lo stesso visitato da Papa Francesco nel suo viaggio in Uganda, compiuto a novembre 2015. “Chiediamo ai cristiani ed a tutte le persone di buona volontà – ha detto in conferenza stampa mons. Joseph Antony Zziwa, vicepresidente dell’Uec -  di contribuire generosamente a questo evento grandioso e speciale per la vita della Chiesa, che permette di rafforzare la nostra fede”.

Santuario di Namugongo eretto sul luogo del martirio
I Santi Martiri Ugandesi sono un gruppo di ventidue servitori, paggi e funzionari del re di Buganda, nell’odierna Uganda, convertiti al cattolicesimo dai missionari d'Africa del cardinale Charles Lavigerie, i cosiddetti “Padri bianchi”, che vennero fatti uccidere in quanto cristiani sotto il regno di Mwanga II tra il 15 novembre 1885 ed il 27 gennaio 1887. Papa Benedetto XV ha beatificato tali martiri il 6 giugno 1920, mentre Paolo VI li ha canonizzati l’8 ottobre 1964. Il Santuario di Namugongo è stato eretto sul luogo del martirio di San Carlo Lwanga, il più celebre del gruppo, e dei suoi 12 compagni.

Papa Francesco: onorare la memoria dei Santi fino ai confini del mondo
Lo scorso novembre, proprio a Namugongo, Papa Francesco ha sottolineato che l’eredità dei Martiri ugandesi è rappresentata da “vite contrassegnate dalla potenza dello Spirito Santo, vite che testimoniano anche ora il potere trasformante del Vangelo di Gesù Cristo. Non ci si appropria di questa eredità con un ricordo di circostanza o conservandola in un museo come fosse un gioiello prezioso. La onoriamo veramente, e onoriamo tutti i Santi, quando piuttosto portiamo la loro testimonianza a Cristo nelle nostre case e ai nostri vicini, sui posti di lavoro e nella società civile, sia che rimaniamo nelle nostre case, sia che ci rechiamo fino al più remoto angolo del mondo”. (I.P.)








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