2016-05-11 15:30:00

Un'opera d'arte per la carità di Francesco in Africa


L’arte dal volto misericordioso. Si potrebbe riassumere così l’iniziativa a scopo benefico presentata stamani nel Salone Raffaello dei Musei Vaticani e promossa dalla Segreteria per la Comunicazione e dai Musei Vaticani in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano e l’Officina della Comunicazione. “Christo’s box. Tra arte e misericordia. Un dono per Bangui”, il titolo dell’iniziativa. Il servizio di Debora Donnini:

Il cofanetto con la serie in dvd “Alla scoperta dei Musei Vaticani” – prodotta dal Ctv e da Officina della Comunicazione – “impacchettato” dall’artista pop Christo, secondo la sua celebre tecnica. Sulla copertina del cofanetto, il volto di un personaggio dell’affresco di Raffaello “La Scuola di Atene”. Si tratta di un giovane, il cugino di Papa Giulio II dipinto accanto ad Aristotele, che ha colpito l’artista bulgaro-americano per la sua bella espressione .

Mons. Viganò: il Papa torna idealmente a Bangui
L’originale sarà custodito dalla Segreteria per la Comunicazione mentre 300 cofanetti, numerati e  firmati dall’artista, saranno venduti a mille euro ciascuno dalla casa d’aste Chistie’s. Per volontà del Papa, il ricavato sarà devoluto al poverissimo ospedale pediatrico di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, visitato dallo stesso Francesco durante il suo viaggio. Un messaggio di unione fra arte, misericordia e dono? Ci risponde mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione:

R. – Assolutamente sì. Bisogna sottolineare come questa sia un’esperienza che mostra come premi il metodo del mettersi in rete: c’è il Centro Televisivo Vaticano, che ha prodotto questi documentari, c’è la generosità del maestro Christo, c’è una società – la Fai – che ha permesso queste opere d’arte, c’è una produzione esecutiva bergamasca. Tutto questo è confluito nel rendere possibile un atto di misericordia laddove il Papa ha aperto la prima Porta della Misericordia durante l’Anno Santo. Questa diventa un’opera molto importante e permetterà al Papa di tornare idealmente dove ha aperto la Porta della Misericordia e fare un gesto concreto di misericordia.

D. – Tramite l’arte, tramite Raffaello rivisitato da un artista contemporaneo, si evidenzia anche l’attenzione della Comunicazione della Santa Sede per la contemporaneità?

R. – Assolutamente. D’altra parte, noi viviamo nella contemporaneità e quindi non possiamo fare altro – e la forma voluta da Papa Francesco va in questa direzione – che trovare i modi per dire la forza del Vangelo del Signore Gesù, che può abbracciare tutto l’umano, in questa che è l’epoca della contemporaneità.

Paolucci: Francesco usa l’arte per aiutare gli ultimi
A dicembre, il ricavato sarà dunque consegnato al nosocomio. A intervenire alla conferenza stampa, lo stesso artista Christo, attualmente impegnato in un'installazione sul Lago di Iseo, e il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci:

“Un Papa, Giulio II Della Rovere, ha chiamato Raffaello perché nel suo appartamento privato, quello che oggi tutti conoscono come “Le Stanze”, celebrasse in affresco la sua persona e la sua Chiesa. Una Chiesa che Papa Giulio a suo modo amava, anche se riteneva che per difenderla fosse giusto usare gli strumenti della politica, della diplomazia e anche della guerra, oltre che la gloria delle arti. Sono passati appena cinque secoli e un altro Papa – Francesco – usa Raffaello per un atto di misericordia, per sovvenire un ospedale pediatrico nel cuore più marginale, più dimenticato dell’Africa. Ci fa capire quante cose sono cambiate in appena cinque secoli!”

Nel suo viaggio nella Repubblica Centrafricana, Papa Francesco rimase molto colpito dal fatto che all’ospedale dedicato ai bambini mancasse la struttura per l’ossigeno e la rianimazione. E il Papa ha reso evidente come anche l’arte possa essere una via di misericordia.








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