2016-05-13 13:44:00

Aumenta Pil, riparte domanda interna: commenti di Vaciago e Giavazzi


Accelera la crescita nel primo trimestre 2016: il Pil è salito dello 0,5% sia nella zona euro che nella Ue, secondo la stima di Eurostat. In Italia, il prodotto interno lordo, sempre nello stesso periodo è cresciuto dello 0,3% rispetto ai tre mesi prima e dell'1,0% nei confronti del 2015. Ad incidere soprattutto industria e servizi. Riparte, dunque, la domanda interna. In calo invece l'inflazione, che in un anno è diminuita dello 0,5%. Valentina Onori ha raccolto i commenti gli economisti Giacomo Vaciago e Francesco Giavazzi. Ascoltiamo Vaciago:

R. - Stiamo un po’ meglio di un anno fa guadagnando ragioni di scambio rispetto ai Paesi produttori di petrolio. L’inflazione negativa spaventa se ci induce a rinviare la spesa: aspetto a comprare l’auto perché l’anno prossimo costerà meno. Allora sì che siamo nei guai! Finora questo però non si è verificato; è più temuto che vero. Le notizie sono moderatamente positive: il Pil in tutta l’Eurozona migliora per una ripresa di domanda interna, un po’ di consumi e un po’ di investimenti.

D. - Però è minima rispetto al Pil degli altri Paesi europei …

R. - Da 20 anni questo Paese cresce poco perché non ha fatto – e sta iniziando a porsi il problema da una anno – le riforme che in un mondo enormemente cambiato sono necessarie per crescere; pensiamo solo agli investimenti per l’istruzione. Dovremmo avere molta più buona scuola.

D. - Quali sono i rischi che pesano sulla ripresa dell’Italia?

R. - Gli shock che subiamo dall’esterno. Già l’anno scorso ci siamo preoccupati del fallimento della Cina e ancora adesso abbiamo paura che qualcosa vada storto in Brasile, a Mosca e così via.

D. - Quindi c’è una domanda interna che cresce …

R. - Un pochino non solo in Italia. In Germania cresce ancora di più. In parte sono le spese che ci provengono dalla sistemazione dei migranti, questo afflusso di gente costa e questo costo contribuisce alla domanda interna; dovremmo saperli poi "usare" meglio per il nostro futuro: questi migranti che arrivano sono il nostro futuro vista la demografia negativa sui figli che abbiamo.

La parola all’economista Francesco Giavazzi:

R. - Bisogna mettere questi dati nel contesto europeo. Quello che sta accadendo è che la  ripresa in Europa è un po’ più veloce, guidata da una Germania che chiuderà quest’anno vicino al +3 percento. L’Italia andrà sicuramente sopra l’un percento. Con il dato di oggi abbiamo già fatto 0,6 di un anno. Se non facessimo niente per tutto il resto dell’anno, questo significa che abbiamo fatto già +0,6. Il dato sull’inflazione riflette il fatto che sono crollati i prezzi del petrolio e delle energie e questo ha abbassato l’inflazione; vuol dire che il reddito disponibile delle famiglie per altri consumi rimane più elevato.

D. - È aumentato anche il valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi; è calato quello dell’agricoltura …

R. - Quello dell’agricoltura è legato al fatto che sono caduti i prezzi delle cosiddette “commodities”, quindi non solo il petrolio ma tutti i prodotti agricoli dal mais al grano; questo ovviamente fa cadere il valore aggiunto in agricoltura. L’altra cosa interessante è che aumenta la domanda interna, cioè i consumi e gli investimenti e questo compensa di gran lunga la caduta delle esportazioni che scendono in gran parte perché la Cina e il Brasile hanno rallentato.

D. - Quindi sono dati positivi …

R. - Io penso di sì perché avremo un anno con la crescita tra 1 e 1,5 aiutata dal prezzo della benzina, del gas per il riscaldamento che lascia spazio ad altri consumi e forse anche i dati che si vedono sulla domanda interna riflettono gli effetti di un mercato del lavoro in cui grazie alla riforma del Job Act ci sono più lavori a tempo indeterminato e i lavoratori che passano da un contratto a termine a un contratto a tempo indeterminato si sentono più tranquilli e quindi probabilmente possono cominciare a spendere un po’ di più.








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