2016-05-13 16:00:00

Centesimus Annus: iniziative imprenditoriali contro la povertà


Contrastare le nuove forme di povertà e l’emergenza profughi attraverso buone pratiche di imprenditorialità per un’economia dell’inclusione. Questo lo scopo del Convegno internazionale promosso dalla Fondazione Centesimus Annus nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano. Stamane i partecipanti vivranno l’incontro con il Papa in Sala Clementina. Il servizio di Paolo Ondarza:

Abbattere il muro dell’indifferenza, costruire ponti di corresponsabilità. Questo lo spirito che anima la tre giorni della Fondazione Centesimus Annus sul tema “L’iniziativa imprenditoriale nella lotta contro la povertà. Emergenza profughi, la nostra sfida”. Ad aprire i lavori il card. Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica:

R. - La prima finalità è quella di mettere a fuoco la necessità di affrontare la povertà non tanto con un sostegno immediato, di elemosina, quanto piuttosto di creare le condizioni attraverso le quali la vita dell'uomo possa veramente svilupparsi con dignità, come dice Dio già all'inizio della Creazione.

D. - E' possibile quindi che le decisioni d business siano ispirate da valori cristiani, nello specifico pensando alle situazioni di più stretta emergenza: i profughi, la povertà in crescita nelle nostre città?

R. - Secondo me è necessario che le iniziative imprenditoriali siano assunte alla luce dei principi cristiani di condivisione, di corresponsabilità, perchè altrimenti la semplice legge del "miglior rendimento", a volte è veramente ossessiva e può portare a degli squilibri sociali anzichè risolvere dei problemi.

D. - E' corretto parlare di "conversione" anche per l'economia?

R. - Certo! Non è da oggi che la Chiesa Cattolica in particolare lo sta dicendo, perchè quando prevalgono delle logiche che sono semplicemente finalizzate al puro utile, al ricavo, si dimenticano i valori umani che stanno alla base del convivere sociale, l'economia va poco lontano: crea degli schiavi e degli illusi e basta. 

Tra i relatori, scienziati, esperti di finanza e imprenditori, testimoni di “best practice”. Fare imprenditoria in una logica di inclusione cristiana si può. Domingo Sugranyes Bickel, presidente di Centesimus Annus:

R. - Pensando a quello che diceva il Santo Padre alle Nazioni Unite lo scorso anno: usicre dalla povertà non è una questione di carità, di emergenza, ma il sentiero passa dall'assuzione del proprio destino ... ecco la più chiara espressione di questo è l'imprenditorialità. Molte persone in tutto il mondo attraverso iniziative imprenditoriali riescono a creare ricchezze, a migliorare il proprio stato, non solo dal punto di vista materiale, ma anche sentendosi responsabili del proprio destino. 

D. - Voi presentate delle buone pratiche oggi messe in atto di fronte alle sfide della contemporaneità. Può farci qualche esempio?

R. - Una grande banca internazinale di origine americana ha un programma che fa arrivare delle basi di cultura imprenditoriali attraverso programmi a più di un milione di giovani nel mondo. E' un esempio di finanza inclusiva ed economia inclusiva da parte di una grande istituzione finanziaria. Un altro caso viene dalla Spagna: un gruppo imprenditoriale si è sviluppato in campo turistico e alberghiero solo con persone venute dalle carceri. Ci sono migliaia di persone che stanno portando avanti idee che sono vicine o direttamente influenzate dalla dottrina sociale della Chiesa.

Nel primo giorno di lavori l’intervento del cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l'Economia, che ha evidenziato l’importanza dei laici nella partecipazione alle problematiche finanziarie della Chiesa e posto l’attenzione sull’esigenza di usare la ricchezza in modo buono favorendo lo sviluppo. “Il Regno di Dio è dei poveri – ha affermato – ma  non si possono aiutare i poveri senza soldi”:

R. - Noi crediamo nella giustizia sociale. Lavoriamo per questo. 

D. - Nel suo intervento lei ha detto: chi è ostile alla Chiesa cerca di mettere in luce gli scandali legati alla finanza...

R. - I media sempre fanno questo, non soltanto in questo campo.








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