2016-05-14 06:00:00

Il commento di don Gianvito Sanfilippo al Vangelo della Domenica


Nella solennità di Pentecoste, la liturgia ci propone  il Vangelo in cui Gesù dice che pregherà il Padre che invierà un altro Paràclito perché rimanga per sempre con i discepoli:

“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. 

Sulla solennità di Pentecoste, ascoltiamo il commento di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della Diocesi di Roma:

Il tempo pasquale giunge al suo compimento, la Resurrezione di Cristo ottiene il frutto più prezioso: la divinizzazione dell'uomo mediante il Dono dei doni, lo Spirito Santo effuso sulla Chiesa nascente. Per cinquanta giorni i credenti hanno preparato questa solennità, vegliando con Maria, confortati dalla presenza del Risorto. Il dolce ospite dell'anima ci corrobora con i suoi sette carismi: sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, pietà e timore di Dio. Egli sana ciò che sanguina, raddrizza ciò che è contorto, modera ogni rigidità. È il Maestro interiore che guida alla Verità tutta intera, testimonia la figliolanza divina e, fugando ogni rispetto umano, infiamma di zelo gli evangelizzatori. Impariamo ad accogliere lo Spirito mite e vivificante, impariamo a difenderlo dagli assalti del tentatore che fa guerra solo a coloro che lo possiedono, per spingerli ad allontanarlo contristandolo. Impariamo, pure, ad invocare il suo ritorno mediante la confessione sacramentale quando nel combattimento quotidiano siamo vinti dal peccato. Il giusto, infatti, pecca molte volte al giorno, ma continuamente confida nel perdono che fa rinascere. Il soldato di Cristo ferito al fronte, è degno di essere accolto con onore e senza vergogna nell'ospedale da campo, per tornare a dare la vita, rigenerato dalla Misericordia.








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