2016-05-15 10:51:00

Donazione ovuli. Morresi: tracciabilità per evitare business


Tracciabilità e ospedali pubblici contro il business legato alla donazione degli ovuli. L'arresto del dott. Antinori, l’ingegnere della fecondazione assistita in Italia, che avrebbe espiantato ovuli ad una donna senza il suo consenso, ripropone la delicata questione del mercato degli ovuli, un business che esiste nonostante la legge in Italia preveda la donazione gratuita dei gameti come per quella di cellule e tessuti. Al microfono di Valentina Onori, l'opinione di Assuntina Morresi, docente all’Università di Perugia e componente del Comitato Nazionale per la bioetica:

R. – Il mercato degli ovociti è stato denunciato da sempre ed è stato, a mio avviso, sottovalutato. Non ci sono quantità enormi dal punto di vista numerico di donne disposte a donare i propri ovociti. Forse, è più semplice trovare donne che già si sottopongono a fecondazione assistita, che nel caso in cui ci siano ovociti che “avanzano” – quindi non utilizzati – sono disposte a donarli quando pensano di non avere più figli. Va riconosciuto innanzitutto con lealtà che donare gli ovociti non è come donare il sangue, perché si trasmette il proprio patrimonio genetico. A maggior ragione, va trattata con attenzione rispetto alle altre donazioni. Intorno a questo business, c’è un mercato e questo lo vediamo dal fatto che la fecondazione eterologa è molto praticata nei Paesi in cui le cosiddette indennità, cioè le forme di pagamento mascherate, sono più ingenti. Non è una caso che vadano tutti in Spagna e non in Francia. In Spagna, c’è la cosiddetta “indennità”, sufficientemente elevata tale da renderla appetibile per chi è in difficoltà economiche. In Francia, dove c’è una legislazione esattamente come in Italia, questo affollamento di richieste non c’è. Mettendo da parte tutte le problematiche etiche della fecondazione eterologa, già vediamo che laddove ci sono indicazioni solo strettamente mediche e vengono rispettate, non c’è mercato, non c’è business, l’eterologa è veramente gratuita e chiaramente ci sono liste d’attesa così come ce ne sono per il trapianto di rene. Certo è che le liste d’attesa per il trapianto di rene sarebbero meno lunghe se si potessero pagare i donatori...

D. – È un problema quindi di regolamentazione?

R. – Dovremmo stare attenti alla tracciabilità: dobbiamo sapere da dove vengono i gameti. C’è una specie di tratta di donne. Per evitare il mercato è importante che tutto venga possibilmente fatto all’interno di strutture pubbliche, perché nel pubblico è più semplice, è più facile effettuare quei controlli che garantiscano che non ci sia un mercato. La legislazione italiana è molto garantista, è molto buona, perché prevede la donazione totale gratuita. Immaginiamo come sarebbe se si pagasse, per esempio, il midollo con cui si fanno i trapianti per le leucemie: forse ce ne sarebbero di più. Alla stessa maniera, va rafforzato ancora di più ciò che già è presente nella legislazione, cioè la totale gratuità. Noi dobbiamo entrare nel merito della governance di questi processi.

D. – La fecondazione eterologa non decolla negli ospedali…

R. – Il motivo per cui il Ministero non ha ancora fatto campagne – sembra non avviata – è perché nel momento in cui c’è stata la sentenza si è detto in maniera impropria che si poteva partire. Noi non avevamo mai recepito la parte delle normative europee che prevedevano la donazione di gameti da persona diversa dal partner, cioè la donazione per fecondazione eterologa. Quando è uscita la sentenza, il Ministero ha aggiornato le linee guida, ma tutta la selezione del donatore – quindi gli esami cui si deve sottoporre un donatore, un donatore italiano – sono contenuti in queste direttive che sono in corso di recepimento. Quando questo iter sarà concluso, il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta, il Ministero potrà partire subito con le campagne di donazione e ci sarà la fecondazione assistita nei Lea (i "Livelli essenziali di assistenza"). Tutto questo recepimento, però, non cambia il fatto che la donazione dei gameti è gratuita, perché in Italia tutte le donazioni di organi, cellule e tessuti sono gratuite.

D. – Come prevenire questi casi?

R. – Tutte le volte che c’è la fecondazione eterologa. io devo avere un percorso dei gameti chiaro, tracciabile, da un centro autorizzato a un altro centro autorizzato. Poi, bisogna vegliare che non ci siano truffe e culturalmente bisogna lavorare perché ci sia sempre la donazione gratuita di parti del corpo umano e non si sceglie, non siamo al mercato dove si sceglie la pera più bella.








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