2016-05-16 14:01:00

Paglia: per Francesco nessuna famiglia è esclusa dall’amore di Dio


Papa Francesco ha ricevuto stamani in udienza l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Tra i temi al centro dell’incontro, la diffusione dell’Esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, in particolare nelle famiglie e nelle comunità ecclesiali. Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di mons. Paglia, dopo l’udienza con il Pontefice:

R. – Non c’è dubbio che, dopo il Sinodo, ci sia ora tutta la prospettiva della diffusione e del sostegno all’Esortazione Apostolica Amoris laetitia. Questo è un testo che richiede un approfondimento e uno slancio nuovo, perché non solo e non tanto “si rinverdisca” la pastorale familiare ma, forse ancor di più, perché tutta la pastorale acquisisca i tratti della familiarità; a partire da un rinnovato stile nelle comunità cristiane, in quelle parrocchiali, perché siano esse – davvero – una famiglia che accoglie, che sprona tutte le famiglie per essere poi vicino a coloro che hanno maggiori problemi e difficoltà. Questo mi pare particolarmente importante e, in questo senso il Pontificio Consiglio, è impegnato in maniera particolarmente forte. Tante sono le richieste, da varie parti dell’Italia e del mondo e credo che sia una consolazione anche per il Papa poter vedere che il testo che lui ha consegnato risponda in effetti a un bisogno profondo sia della Chiesa sia della società.

D. – C’è una parola, un qualcosa, che l’ha particolarmente colpita dell’udienza di oggi con Papa Francesco?

R. – Io direi l’urgenza di diffondere un amore che sia robusto, costruttivo, misericordioso, accogliente, che non escluda nessuno. Ecco, c’è come una passione di universalità da parte del Papa perché nessuna famiglia sia privata della gioia dell’amore.

D. – Ecco, Papa Francesco tiene particolarmente a cuore che questo documento, Amoris laetitia, venga letto anche con calma – lo ha addirittura scritto proprio nella prime pagine – e quindi in un qualche modo anche metabolizzato innanzitutto dalle famiglie, vero?

R. – Esattamente. Potremmo dire che questo documento deve diventare "lettera viva", attraverso la vita stessa delle famiglie: sono loro che devono diventare il vero documento e il vero testo. Sono le famiglie che devono testimoniare – appunto – la gioia dell’amore: ne sono il luogo prioritario. Ne conosciamo d’altra parte le difficoltà e i problemi; e tuttavia, è proprio da qui che in qualche modo si deve ripartire: dalle famiglie, che sono la parte assolutamente maggioritaria del Popolo di Dio. Nella sensibilità di Papa Francesco sappiamo bene cosa voglia dire il sensus fidelium: ossia il sentire del Popolo di Dio sull’amore, sulla vita, sull’esistenza e sull’aiuto ai più deboli. Tante volte il Papa si richiama direttamente alle famiglie perché siano esse stesse i luoghi dove si testimonia l’amore di Dio, per tutti e particolarmente per quelli più deboli e più feriti.








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