2016-05-17 12:22:00

Bagnasco: l’utero in affitto, colpo finale


“Si contano ormai 200 milioni di cristiani perseguitati sul pianeta”, sotto gli occhi indifferenti del mondo: a nome della Chiesa, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha denunciato “la violenza barbara di ogni persecuzione”. Al centro della sua relazione stamani, alla 69.ma Assemblea dei vescovi italiani, anche il dramma dei migranti, il rinnovamento del clero, il rilancio della pastorale familiare alla luce dell’"Amoris laetitia". Il Magistero di Papa Francesco – dice in apertura il porporato – è per noi “un continuo stimolo alla conversione della vita personale e pastorale”. Non manca un ampio riferimento anche l’attualità italiana. L'Assemblea della Cei si chiuderà giovedì. Il servizio di Debora Donnini:

Le critiche a unioni civili, utero in affitto e gender
A fronte di un Paese afflitto da disoccupazione e una drammatica denatalità, non si comprende l’energia profusa su questioni quali la legge sulle unioni civili. Il cardinale Bagnasco è netto nel prendere posizione, la legge “sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia – dice – anche se si afferma che sono cose diverse”:

“In realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà”.

Il porporato ricorda la Dichiarazione congiunta di Papa Francesco e del Patriarca Kirill, nella quale si esprime il rammarico “che altre forme di convivenza" siano ormai poste allo stesso livello del matrimonio fra uomo e donna. Richiamati anche altri interventi del Papa in questo senso, come “il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma”. E sulla teoria del gender, sempre alle porte “in modo strisciante”, il cardinale ricorda le parole di Francesco che ha sostenuto con forza che  “con i bambini e i giovani non si può sperimentare:

“Non si comprende come queste affermazioni, tanto chiare di Papa Francesco – e ribadite a più riprese dai Vescovi – passino costantemente sotto silenzio, come se mai fossero state pronunciate o scritte. Le facciamo nostre una volta di più, perché – insieme con quelle che andremo ad approfondire in queste giornate di confronto fraterno – possano tradursi in impegno fattivo”.

Il rilancio della pastorale familiare con Amoris laetitia
L’inizio del discorso del cardinale Bagnasco è tutto dedicato al Magistero e al ministero del Papa: dall’Amoris laetitia – frutto del Sinodo – al Giubileo della Misericordia che, dice, “si sta sempre più rivelando una fonte di grazia per tutti”. Basti pensare a quello dei ragazzi. Il porporato rileva, poi, come le parole del Papa rivolte ieri alla Cei costituiscano "l'orientamento più prezioso" per i lavori dell'Assemblea.

L’Europa ritrovi la sua anima di accoglienza dei migranti
Centrale la visita di Francesco a Lesbo, che impegna “a non retrocedere dal fronte dell’accoglienza” e incoraggia a non rinunciare ad un’Europa in cui essere un migrante non sia un delitto. La Chiesa italiana, ricorda il cardinale, accoglie circa 23 mila migranti. Questo a fronte dell’inarrestabile esodo dal Sud del mondo:

“Possa l’Europa ritrovare la sua anima e così l’amore di 'popoli e nazioni'. Possa incontrarsi finalmente con le persone, che non sono pedine sulle cui teste qualche ‘illuminato’ pretende di decidere o esperimentare”.

I cristiani perseguitati e dimenticati
Non si possono, poi, dimenticare in Medio Oriente e Nord Africa le famiglie sterminate, costrette a scappare, sotto l’indifferenza del mondo:

“Si contano ormai 200 milioni di cristiani perseguitati sul pianeta sotto gli occhi distratti e indifferenti del mondo: ad Aleppo, storico centro della cristianità in Siria, oggi sono rimasti appena 40 mila fedeli, un quarto rispetto a solo cinque anni fa! Come Chiesa, denunciamo ancora una volta la violenza barbara di ogni persecuzione”.

Ci sono, poi, le vittime del terrorismo e il cardinale Bagnasco ringrazia i Servizi italiani “che stanno mostrando capacità e determinazione”. Per il porporato, bisogna offrire agli immigrati naturalizzati in Europa, non solo beni di consumo ma anche ideali.

Il rinnovamento del clero
Il porporato richiama le innumerevoli pagine del Magistero, che parlano “in modo commovente della vita e della missione del sacerdote”, a partire dal discorso di ieri del Papa. Si ribadisce che i vescovi devono prendersi cura della formazione dei presbiteri. Lo sguardo del presidente della Cei è anche rivolto alla ormai vicina Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia e al Congresso Eucaristico di settembre.

Le situazioni coniugali ferite
Ricordate anche le novità del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus con cui il Papa ha riformato i processi di nullità matrimoniale. I vescovi sono impegnati affinché la riforma trovi un’efficace risposta nella prassi giudiziaria, coniugando “la vicinanza accogliente” con le esigenze di assicurare un rigoroso accertamento della verità del vincolo, indissolubile ove validamente formato.

Fattore Famiglia, denatalità, disoccupazione
L’attenzione del porporato è anche rivolta alle sofferenze dell’Italia, con una disoccupazione dei giovani fra i 15 e i 24 anni, salita al 40% contro il 22 della media europea. “Siamo i peggiori, prima della Bulgaria”, ricorda. Sul fronte della povertà, quella assoluta investe ormai 4 milioni di persone, il 6,8% degli italiani. La Chiesa, però, non dimentica queste sofferenze: dai pasti offerti dalle parrocchie, che sono stati 12 milioni nel 2015, ai tantissimi volontari fino alle risorse dell’8 per mille. Tra i tratti oscuri nel dipinto del Paese, c’è senz’altro quello dell’inverno demografico. Nel 2015, a fronte di 653 mila decessi, ci sono state 488 mila nascite mentre 100 mila italiani hanno lasciato il Paese: sono i dati peggiori dall’unità d’Italia. Per il cardinale Bagnasco, in Italia ci sono stati “segnali positivi” di sostegno alla famiglia  ma occorre una “una manovra fiscale coraggiosa”, con equità per i figli a carico, e dunque la messa in atto del Fattore Famiglia. Drammatica anche la piaga del gioco d’azzardo, cresciuto a dismisura con un giro d’affari di 84 miliardi e una ricaduta sociale devastante: dalla rovina delle famiglie ai suicidi.








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