2016-05-17 14:33:00

Il Papa alla Cei: richiamo a Cristo, non al pauperismo


“E’ abbastanza consueto rilevare sui giornali laici un’interpretazione del messaggio del Papa, o in genere della Chiesa, in termini socio-culturali o politici. Ci si ferma all’aspetto esteriore delle parole del Pontefice, alla corteccia anziché al cuore. E’ accaduto anche con il discorso che Francesco, lunedì 16 maggio, ha rivolto ai vescovi italiani in apertura della 69.ma Assemblea generale della CEI”. Il commento è di mons. Giuseppe Lorizio, ordinario di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, intervenuto oggi alla rassegna stampa della Radio Vaticana.

L’amore di Dio brucia la vita del cristiano

“Alcuni quotidiani – spiega - hanno descritto le parole del Papa come un avviso di esproprio delle ricchezze rivolto ai sacerdoti e ai vescovi, mentre si trattava di un invito a ripensare l’identità del prete, e più in generale del cristiano, a partire dal rapporto con Dio, con Gesù Cristo”. E questo accade, nelle parole di Francesco, - spiega il prof. Lorizio - tramite la riproposizione di uno dei momenti chiave della Rivelazione: l’incontro di Mosè con il ‘roveto ardente’. Non si tratta quindi di una sollecitazione a bruciare le ricchezze, le ambizioni e tutto ciò che è mondano, per motivi sociali, filantropici o ideologici. Ma perché è l’amore di Dio che deve bruciare la vita del cristiano, del presbitero, del vescovo, in modo che possa essere libero di prendere il largo”.

Il dinamismo missionario chiede essenzialità

“Citando Hélder Câmara, Francesco ha invitato i pastori al dinamismo della missione e per essere davvero dinamici li ha invitati a spogliarsi del superfluo e a portare con sé solo l’essenziale”. “E l’essenziale, secondo il Papa, è ciò che serve al prete per la fede e la carità della comunità cui appartiene e che deve servire”. “Per questo – spiega Lorizio – le letture che inquadrano questo discorso del Papa in un ambito ideologico peronista o pauperista, sembrano forzature inaccettabili”.

La preoccupazione dei vescovi per la formazione

“Il discorso del Papa va però contestualizzato – prosegue il teologo – nella preoccupazione dei vescovi italiani per la formazione del cristiano e più specificamente del sacerdote. Non a caso la Cei ha dedicato quest’assemblea al ‘rinnovamento del clero’ ”. “E qui nelle parole del Papa – spiega Lorizio - ci sono indicazioni generali molto importanti che partono dalla costatazione che il mondo è molto cambiato rispetto al periodo in cui noi preti ci siamo formati o abbiamo mosso i primi passi”. “Francesco sottolinea che la Chiesa deve saper leggere questi mutamenti e adeguarsi per rispondere alle sfide che il mondo contemporaneo pone al Vangelo e alla comunità”. “Si pensi anche – aggiunge Lorizio – al ruolo socio-culturale che un presbitero assume oggi nella società. Spesso il punto di riferimento culturale e di socializzazione di comunità che sono abbandonate dalla società civile, dallo Stato e dal potere, è proprio il prete. Un aspetto che chiama in causa sia la formazione iniziale come quella permanente dei presbiteri”. “I vescovi italiani – conclude il teologo - sono anche consapevoli che queste riforme di carattere interiore e educativo debbano avere dei riscontri sul piano strutturale, sia in campo economico che nel settore dei tribunali ecclesiastici”.








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