2016-05-17 14:37:00

Senegal: in migliaia al pellegrinaggio a Popenguine


Più di 13mila giovani da diverse diocesi del Senegal e dai Paesi vicini hanno partecipato al tradizionale Pellegrinaggio mariano al Santuario di Popenguine, intitolato a “Nostra Signora della Liberazione”. Dopo tre giorni di preghiere e liturgie,  l’evento si è concluso ieri mattina con la Santa Messa presieduta da mons. Jean- Noël Diouf, vescovo Tambacounda, alla presenza del Primo Ministro e di una delegazione del Governo senegalese.  Nell’omelia il presule ha esortato i presenti ad essere testimoni della Misericordia di Dio seguendo l’esempio di Maria, come recita il titolo di questa 128.ma edizione, ispirato al tema del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco.

Maria:  Madre,  Regina e testimone della Misericordia di Dio
“Con questo tema e il nostro atto di fede – ha detto –  contempliamo e celebriamo la Madre che ci ha donato Gesù Cristo e che ha reso visibile la Misericordia di Dio invisibile”. “Madre della Misericordia”, come volle definirla San Giovanni Paolo II nella sua Enciclica “Veritatis Splendor”, Maria è anche “Regina della Misericordia”, colei che “supplica il Figlio per la salvezza del popolo e per tutti coloro che si rifugiano fiduciosamente in lei”. Ma essa - ha proseguito mons. Diouf - è “anche testimone della Misericordia divina”: “con il suo ‘sì’ al progetto di Dio, partecipa pienamente alla Sua opera di salvezza”. Da lei quindi  “possiamo imparare ad essere misericordiosi”.

La misericordia non può prescindere dall’amore
Ma la misericordia – ha ricordato il vescovo Tambacounda – non può prescindere dall’amore, un amore che purtroppo “nel mondo attuale, pieno di violenze, ingiustizie e furberie, manca”. Questo mondo ha “veramente sete di opere di misericordia”. Per compierle non c’è bisogno di guardare lontano: “Sono i nostri Paesi, quartieri, famiglie e comunità, che hanno bisogno di essere pacificati per cessare di essere teatri di scontro, lotte e insane competizioni, i luoghi in cui siamo chiamati ad essere testimoni della misericordia”.

Essere testimoni della misericordia di Dio con la carità
L’Anno Giubilare – ha quindi sottolineato mons. Diouf - è un’occasione per risvegliare la carità cristiana: “Le parole di Cristo che rivelavano l’amore del Padre, denunciavamo il male, combattevano l’ingiustizia, perdonavano devono essere le parole di noi cristiani. Il cuore di Cristo che si lasciava toccare dalla sofferenza, è il cuore di ciascun fedele cristiano”. “Se prendiamo pienamente coscienza di essere i beneficiari della Misericordia di Dio - ha concluso - saremo pronti ad esserne testimoni in tutte le sfere della nostra vita”. Di qui l’invito, con le parole della piccola Teresa di Lisieux a “vivere l’amore, ad avere sguardi che resuscitano, mani che sollevano e orecchie che consolano”. (A cura di Lisa Zengarini)








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